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Plato - Respublica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 21

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie



Dello spirito.

Non meno difficultà né minori controversie sono in
trattare dello spirito, né meno diverse oppenioni tra' fi-
losofi e i medici, che nelle cose dette di sopra; ma noi
seguitando l'ordine nostro, e accomodandoci più al
tempo e al luogo, che alla materia, diremo che lo spi-
rito non è altro, che un corpo tenue, sottile, che si ge-
nera dalla più sottil parte del sangue; ovvero, per più
brevità, lo spirito è un vapore elevato dal sangue; av-
venga che (come vuole Galeno) egli si levi ancora
dall'aere, da quello aere, dico, che noi tiriamo insieme
coll'alito; e non per altro (secondo lui) la carne e
sostanza del polmone è spugnosa, se non per preparare
l'aria, della quale si faccia lo spirito. E perché in questa
diffinizione non si comprendevano né le piante né gli ani-
mali chiamati esangui, cioè che mancano di sangue, e pa-
reva che fosse solamente dello spirito umano; però Alberto
Magno nel libro della Spirazione e Rispirazione lo diffini-
sce generalmente così: Lo spirito è un corpo generato
dalla parte vaporosa più sottile del nutrimento, il quale
concorre a tutte l'operazioni di ciascuno vivente. E ben-
ché lo spirito si levi dal vapore del sangue o dell'aria,
secondo Galeno, o del nutrimento, secondo Alberto,
non devemo però credere, che sia corpo semplice, ma
composto de' quattro elementi, benché sia caldo a pre-
dominio, cioè che sia più caldo che altro. Onde Galeno
disse, che se alcuno mettesse un dito nel ventricolo si-
nistro del cuore, egli nol vi potrebbe tenere per la gran
caldezza, non ostante che Avicenna lo chiami ora umido,
ora freddo, e tal volta temperato. È grandissima dubi-
tazione se lo spirito abbia anima o no. Galeno par che
tenga alcuna volta, che egli sia animato, alcuna volta


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