Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie

né più né meno, usandolo assai spesso per sostantivo
ancor noi, come il Petrarca quando disse:

Tal ch'ai buon solamente uscio si chiude.
E devemo notare qui che questa parola buono non ista-
rebbe bene posposta, tanto che chi dicesse: o Apollo
buono, non direbbe niente, e di questo non si può ren-
der ragione né dar regola nessuna, se non l'usanza della
lingua ed il giudizio delle orecchie; ed in questo avemo
vantaggio noi Toscani dagli stranieri: e se la lingua si
perdesse quanto all'uso del favellare come la latina, ed
il medesimo potemo dire omai della greca, né eglino
né noi ce ne potremmo accorgere sicuramente. apollo:
questo è nome greco, come ancora Febo, e da diversi
Autori è interpretato quanto alla timologia e dirivazione
sua diversamente; conciosiaché alcuni vogliono che egli
sia così detto dal verbo Ἀπόλλιν, che significa uccidere,
alcuni altri dal verbo Ἀπαλλάττιν, che significa libe-
rare; ed amendue queste significazioni, benché contra-
rie, se gli convengono, non essendo Apollo in verità
altro che il sole; e benché fussero, come racconta Ci-
cerone, molti Apollini in diversi tempi, tuttavia tutte
le cose e virtù degli altri s'attribuiscono al secondo, il
quale fu figliuolo di Giove e di Latona nato a un corpo
con Diana: e questi è chiamato dai Gentili, come rac-
conta quel grandissimo filosofo, astrologo e teologo ebreo
ne' suoi dottissimi dialogi d'Amore, Dio non solamente
della Sapienza e della Medicina, ma ancora della Divi-
nazione e della Musica, e gli attribuiscono l'arco e le
saette, gli consagrano fra gli arbori l'alloro, fra gli uc-
cegli il corvo. Dicono, come testimonia e dichiara il
medesimo Filone, che egli è Dio della Sapienza, per-
ciocché il sole fra i pianeti signoreggia delle membra
dell'uomo ed ha potestà sopra il cuore, ed illumina gli
spiriti vitali, i quali nascono dal cuore generati della più

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