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Porphyrius - Isagoge » Aristoteles - Oeconomica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 225

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


degli altri, non uscendo mai della linea ecclittica, ed
essendo misura, come sanno gli astrologi, e regola di
tutti gli altri movimenti, è quegli che come capo regge
e governa tutta la musica, e per questo dicono che egli
è sopra le Muse, le quali son nove, perché nove sono
le spere celesti che rendono armonia co' movimenti loro.
È Dio dell'indovinare, quasi volendo significare che es-
sendo sapiente è ancora indovino, perché i saggi ovvero
prudenti giudicano dalle cose passate quelle che hanno
a venire; oltraché è oppenione che il sole infruisca ne-
gli uomini solari, cioè nati sotto la sua potestà, la Di-
vinazione; e perciò dicono che avendo morto il serpente
Titone, cominciò a fare l'indovino e rendere gli oracoli
ovvero responsi nella città di Delfi; onde il Petrarca
disse:
S'io fossi stato fermo alla spelunca,
Là dove Apollo diventò profeta, ec.

Le saette che gli danno non sono altro che i raggi so-
lari, i quali o per eccitare troppo caldo o per mala dispo-
sizione della terra e dell'aria nuoceno molte volte, e
perciò lo fanno, come si vede nel principio dell'Iliade
d'Omero, autore della peste; onde come di sopra gio-
vando si poteva chiamare Apollo dal conservare, così
qui nocendo si può chiamare Apollo dall'ammazzare:
ma perché giova molto più che non nuoce, lo dipi-
gnevano colle saette nella mano sinistra e colle tre Gra-
zie nella destra. Dassi a Febo l'alloro perché, oltra l'es-
sere e caldo e aromatico, mantiene le foglie sempre ver-
di, come si mantiene la fama de' poeti; dicono ancora
che come il fulmine non gli nuoce, così niuna forza può
nuocere a' poeti; ed ancora perché l'alloro ha forza e
propietà di fare che quegli che dormono circondati il
capo delle sue frondi facciano i sogni veri; e gli Anti-
chi per una cotale superstizione mettendolo sopra 'l fuoco


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