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Themistius - In De anima » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 227

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie

Degnò mostrar del suo lavoro in terra.
E che questa parola sia universale, lo dimostra il Pe-
trarca quando disse nell'ultimo Trionfo:
Non avrà albergo il sol in Tauro o 'n Pesce;
Per lo cui variar nostro lavoro
Or nasce, or muore, e or scema, e or cresce.

E che egli si pigli per l'opere e componimenti che si
fanno, lo dimostra il Petrarca quando disse nel sonetto
Se Amore o Morte ec.
Io farò forse un mio lavor sì doppio;
ed altrove,
Di mie tenere frondi altro lavoro
Credea mostrarti ec.

E nel Trionfo della Morte:
Ma per non seguir più sì lungo tema;
Tempo è ch'io torni al mio primo lavoro.

Il diminutivo del quale è lavoretto, e nelle prose s'usa
ancora lavorio. fa me del tuo valor sì fatto vaso: questa
è una locuzione topica, ed è propia di Dante, perché
volendo dire, empimi della tua grazia, disse fammi vaso
del tuo valore, dove non è traslazione, come potrebbe
parere ad alcuno, da quegli che lavorano di terra, ma
tolta da quegli che empiono che che sia, e forse si ri-
cordò di S. Pagolo, avendo detto nel secondo canto del-
l'Inferno:
Andovvi poi lo vaso d'elezione.
come dimandi a dar l'amato alloro: in questo modo, co-
me noi avemo letto e dichiarato, si truova scritto nei
migliori testi a penna, il che è stato avvertito ancora
dal Vellutello; e senza dubbio è migliore sentimento e
scrittura che interpetrarlo come alcuni, faccendo che
alloro sia primo caso ed amato si riferisca a Dante e
non ad Apollo.


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