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Boccaccio, Giovanni - Decameron » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 26

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


l'esempio d'una buona donna sua vicina, la quale gli
giurò, che s'era trovata pregna solamente per entrare
in un bagno, nel quale avevano sparso il seme certi ri-
baldi che vi s'erano bagnati poco innanzi. E (come
dice egli) se il seme della donna avesse virtù formati-
va, ancora che debole, potrebbe una donna impregnare
naturalmente da sé stessa, e così l'uomo verrebbe ad
essere superfluo. Quale sia più vera di queste due op-
penioni non istà a me interporci il giudizio mio, e darne
sentenza: dico bene, che dove Galeno, che fu il mag-
gior medico che si ricordi, discorda dal maggior filo-
sofo che fusse mai, è se non impossibile, certamente
malagevolissimo a trovarne la verità, e massimamente
in quelle cose che non hanno dimostrazione, come que-
sta. E infino qui baste del primo capo.

Capo Secondo.

Quanto al secondo capo, lasciando stare l'altre
oppenioni, e massimamente quelle degli astrologi, di-
ciamo con Aristotile, che il sole e l'uomo generano
l'uomo, il sole come cagione rimota e universale, e
l'uomo come propinqua e particolare; e senza dubbio
opera più infinitamente la cagione universale e rimo-
ta, che la particolare e propinqua, anzi l'uomo non si
chiama cagione, se non rispetto al seme, conciosia che
rispetto al cielo non è cagione, ma strumento; e perché
opera in virtù del cielo, e massimamente del sole, av-
viene che il seme, il quale opera in virtù del generan-
te, morto lui, ha possanza di introdurre nel parto, an-
cora che non sia animato egli, l'anima vegetativa e
sensitiva, e disporlo a ricevere l'intellettiva.


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