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Petrarca, Francesco - Triumphi » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 229

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


Ove d'altra montagna ombra non tocchi,
Verso il maggiore e 'l più spedito giogo
Tirarmi suole un desiderio intenso.

di parnaso: Parnaso è un monte, come è notissimo,
nella Focide, il qual monte ha duoi gioghi, cioè vette
e sommità, l'uno dei quali si chiamava, secondo Ero-
doto, Ticoreo e l'altro Iampeo, benché alcuni gli no-
minarono l'uno Citerone e l'altro Elicone, ed altri
altramente, il che non è vero, conciosiaché Citerone ed
Elicone siano due monti separati in Beozia, l'uno, cioè
Elicone, vicino circa quindici miglia, e l'altro, cioè Ci-
terone, circa trenta al monte Parnaso, il quale è con-
sagrato ad Apolline ed a Bacco, onde Ovidio nelle Tra-
sformazioni
disse:
Mons ibi verticibus petit arduus astra duobus,
Nomine Parnassus, superatque cacumina nubes.

E Lucano medesimamente:
Cardine Parnassus gemino petit aethera colle.
E però si chiamava questo monte bicipite, cioè di due
capi, o veramente bicorne, per la medesima cagione,
parendo quelle due sommità quasi due corna. In questo
monte pieno di rupi scoscese e d'orrori era il tempio
d'Apollo Delfico ed il fonte Castalio dedicato alle Muse;
e però disse il Petrarca:
L'oliva è secca, ed è rivolta altrove
L'acqua che di Parnaso si deriva.

ma or, in questa terza Cantica, ultima parte di tutta
l'opera; m'è uopo, m'è necessario e mi fa di mestiero,
parola tolta da' rimatori provenzali, come testimonia
il reverendissimo Bembo, e non dai Latini. entrar, e
non intrar, com'hanno i testi stampati; con ambodue,
i gioghi, ed in somma con tutto il monte: e veramen-
te trattò la più alta materia e nel più alto modo che si
potesse trattare; alcuni testi hanno amendue, alcuni


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