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Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 232

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


Entra nel petto mio e spira tue,
Sì come quando Marsia traesti
Della vagina delle membra sue.

Priega Apollo che voglia intrargli nel petto, e
quindi favellare egli; la qual cosa non è discosto dalla
verità, come potrebbe credere alcuno; perciocché quella
prima e vera spezie di furore poetico, la quale viene da
Dio, occupa la mente di maniera che i poeti, come dice
divinamente Platone divino, passato quel furore non
intendono eglino medesimi quello che hanno pronun-
ziato e scritto. Onde diceva Ovidio:
Est Deus in nobis: agitante calescimus illo;
ed altrove:
Spiritus aethereis sedibus ille venit.
E perciò disse Dante: entra nel petto mio, cioè nel
cuore, pigliando il contenente per lo contenuto, e fa-
vellò come suole peripateticamente, perciocché secondo
Aristotile, tutte le virtù dell'anima sono principalmente
nel cuore, e non nel cervello, come vuole Galeno ed
in parte Platone. spira: spirare è propio in latino quello
che noi diciamo soffiare, tolto pur da loro, ed è pro-
pio de' venti e delle saette ancora, come mostra il Pe-
trarca nella canzone Verdi panni ec.
Ove non spira folgore né 'ndegno
Vento mai che l'aggrave.

Ed altrove:
L'aura celeste che 'n quel verde lauro
Spira, ov'Amor ferì nel fianco Apollo.

Significa ancora quello che noi diciamo alitare. Ed il
medesimo in altro luogo:
L'altra è d'un marmo che si muova e spiri.
E come significa generalmente, preso in significazione
attiva, mandar fuori, così significa ancora ricevere


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