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Petrarca, Francesco - Triumphi » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 243

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


Quoque magis tegitur, tectus magis aestuat ignis;
ed il medesimo più chiaramente:
Sed male dissimulo, quis enim celaverit ignem,
Lumine qui semper proditur ipse suo?

E perché questa comparazione del fuoco è usata in tutte
le lingue da tutti i poeti, io non voglio arrecarne altro
esempio che uno d'un poeta dei nostri tempi, ma tale,
che se io ho punto di giudizio nei versi latini, né Ver-
gilio stesso non che altri averebbe o saputo o potuto
dirlo, anzi dipignerlo altramente, talché non pure si
vedessero le fiamme ed udissono gli scoppi, ma ne spa-
ventassero ancora che non dovesse ardere tutto quanto
il mondo subitamente; ed è questo del dottissimo me-
dico messer Girolamo Fracastoro da Verona, nel primo
de' suoi tre libri De Morbo Gallico:
Ut saepe in stipulas cecidit cum forte favilla
De face, neglectam pastor quam liquit in arvo,
Illa quidem tenuis primum, similisque moranti
Incedit; mos, ut paulatim increvit eundo,
Tollitur, et victrix messem populatur et agros,
Vicinumque nemus, flammasque sub aethera jactat.
Dat sonitum longe crepitans Jovis avia sylva,
Et coelum late circum campique relucent.


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