BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Averroes - In De generatione animalium » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 258

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


retta, perché nell'obliqua sebbene si tagliano in croce,
non però fanno croci così apparenti come nella retta,
dell'Equinoziale in fuori: pure questo non è di molto
momento, e basta che noi intendiamo che egli ci mo-
strò mediante questo effetto non meno astrologicamente
che da poeta, come il sole si trovava in quella parte
del Zodiaco dove si congiungono insieme quattro cerchi,
i quali, intersecando l'un l'altro, cagionano tre croci,
perché le croci sono sempre una meno delle linee che
le fanno, conciosiaché una croce non può farsi con meno
di due linee. Le quali croci in questo luogo sono torte
rispetto agli angoli, che sono sferali, come s'è detto.
con miglior corso e con migliore stella esce congiunta:
dichiarano queste parole che egli intendeva dell'equi-
nozio vernale e non dell'autunnale, perché anco nel
principio della Libra si congiungono quattro cerchi con
tre croci, ma non già con miglior corso, e se pure con
miglior corso, non con migliore stella. con miglior
corso, cioè con più propizio e benigno nascimento, o
veramente disse così perché l'Oriente, secondo Ari-
stotile, è la destra parte del cielo, e per conseguente la
migliore. esce congiunta con migliore stella, cioè
coll'Ariete, pigliando qui stella in luogo di segno,
come i Latini pigliano astrum in luogo di sidus, come
fece ancora il Petrarca:
E le stelle migliori acquistan forza;
e l'Ariete fra tutti i segni è la migliore, cioè la più
benigna e favorevole. e la mondana cera più a suo
modo tempera e suggella. La sentenza è, che il sole il
quale genera tutte le cose, mediante il movimento e
calore suo, le genera più agevolmente di primavera
essendo in Ariete, che d'alcuno altro tempo essendo in
altri segni; ed usò una locuzione topica per traslazione
della cera, perché come s'imprime ovvero imprenta


pagina successiva »
 
p. 258 [I, 268]