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Rime » Ripa, Cesare Iconologia - p. 201 » Averroes - In Metaphysicam » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 264

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


Di subito drizzato disse: come
Dicesti, Egli ebbe? non vive egli ancora?
Non fiere gli occhi suoi lo dolce lome?

Ed altrove nel principio del ventesimo Canto che se-
guita, cominciò:
Quando colui che tutto il mondo alluma,
Dell'emisperio nostro si discende,
E 'l giorno d'ogni parte si consuma.

Ed altrove lo chiamò figliuolo d'Iperione dicendo:
L'aspetto del tuo nato Iperione
Quivi sostenni, e vidi com' si muove
Circa e vicino a lui Maia e Dione.

Altrove lo chiamò face meridiana, dicendo nell'ora-
zione che fa S. Bernardo alla Vergine Maria per lui:
Qui se' a noi meridiana face
Di caritate, e giuso intra i mortali
Se' di speranza fontana vivace.

Ma qual più bello, qual più grande, qual più vero nome
che chiamarlo il maggior ministro della Natura, come
egli fece nel decimo Canto?
Lo ministro maggior della Natura,
Che del valor del cielo il mondo imprenta,
E col suo lume il tempo ne misura.

Questi sono i nomi che mi sovvengono ora con che
Dante chiamò il sole figuratamente, i quali io non ho
raccontati per far mostra di memoria, ma per mostrare
che la nostra lingua non è tanto povera né di parole né
d'ornamenti, quanto alcuni o credono essi o vorreb-
bero che altri credesse. Né mancò al Petrarca d'ornare
e quasi fiorire il suo poema d'altri nomi senza questi,
che significassero il medesimo; onde egli disse ora:
Quando il pianeta che distingue l'ore
Ad albergar col Tauro si ritorna;

ed ora:


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