Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie

più che qua non possono; ed allegoricamente vuol si-
gnificare che avendo non solo conosciuti i vizi, ma
purgatosi da essi, era giunto allo stato dell'innocenza,
nel quale si può contemplare l'eterna beatitudine, il
che non lice di fare a quegli che non sono ancora per-
venuti a tanta purità, che eglino possano, leggendo la
Scrittura sacra ed imitando gli antichi santi, ficcare gli
occhi nel sole, cioè contemplare Dio. Dice dunque là,
cioè nel Paradiso Terrestre, dove ancora si trovava con
Beatrice; è licito molto, cioè sono lecite e si possono
fare molte cose; che, il quale molto, ovvero le quali
cose; non lece, cioè non è lecito e non si possono fare;
qui, in questo mondo; ed il Petrarca ancora disse:

Né mi lece ascoltar chi non ragiona,
ed altrove ne' Trionfi; alle nostre virtù, cioè alle po-
tenze dell'anima così esteriori come interiori; onde al-
tramente si vede e discorre là che qui; e di vero dagli
uomini innocenti ai nocenti, e dai contemplanti agli
attivi vi sono differenze maravigliose. mercé del loco,
per grazia d'esso Paradiso, non attribuendo a sé cosa
alcuna; fatto per proprio dell'umana spece; rende la
cagione perché il Paradiso Terrestre è dotato di tale vir-
tù, e dice perché egli fu creato ed eletto da Dio per la
specie umana solamente, cioè per gli uomini soli e non
per altri animali, conciosiaché niuno animale v'abitava
se non l'uomo; intorno alla qual cosa dubitano i teologi
e muovono più questioni: prima, se egli sia; poi dove
sia; se sia corporale o incorporale; a che fine fusse fatto;
se fu luogo conveniente all'uomo; se Adamo fu creato nel
Paradiso Terrestre; per che cagione vi fusse portato; e
quali fussero gli arbori di detto luogo; ed in tutti questi
otto dubbi allegano molte ragioni ed autorità; ma noi
brevemente recitaremo le risoluzioni sole.

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