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Themistius - In De anima » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 326

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


Tu stesso ti fai grosso
Col falso immaginar.

dentro a un nuovo, cioè dubbio; fui irretito, ed invi-
luppato; più, che nel primo; e ciò ragionevolmente,
essendo maggiore dubitazione e più scura questa se-
conda che la prima non era stata, benché ancora que-
sta procedesse, come si vedrà, da una cagione simile.
Ed in questi tre versi, per non essere lunghi dove non
bisogna, notaremo solamente, che Dante ricordandosi
d'essere poeta, cioè che egli scriveva l'opera sua poe-
ticamente, il che consiste non meno nelle figure poeti-
che che nelle parole, disse per traslazione fui disvestito
del primo dubbio, e medesimamente per una altra tra-
slazione, cavata così dagli uccelli come dalle fiere e per
avventura da' pesci, disse fui irretito dentro a uno al-
tro; e l'una e l'altra di queste è locuzione topica e pro-
pia di questo poeta, ed ambeduoi questi tempi sono
aoristi, cioè passati indeterminatamente, come avemo
detto altrove.
E dissi: già contento requievi
Di grande ammirazion, ma ora ammiro
Com'io trascenda questi corpi lievi.

Pone in questo terzetto la dimanda e la cagione
del suo dubbio, il quale è, come egli, essendo corpo
grave, trapassi e vada di sopra ai corpi leggeri; il che
allegoricamente non significa altro se non come, sendo
uomo, possa salire al cielo, e farsi mediante la contem-
plazione e lo studio della Scrittura divina poco meno che
Dio. e dissi, e risposi a Beatrice; già, cioè sì tosto, che
i Latini direbbero jam, come il Petrarca:
Già fiammeggiava l'amorosa stella;
requievi, parola tutta latina, cioè mi sono riposato;


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