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Basilius Magnus - Homiliae in Hexaemeron » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 348

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie

Che ciò che scocca drizza in segno lieto.
ma quelle, creature ancora saetta questo arco; c'hanno,
le quali hanno; intelletto e amore, e queste sono gli
Angeli e gli uomini; e di qui si può conoscere manife-
stissimamente che quel verso di sopra,
Questi nei cuor mortali è promotore,
non si può intender degli uomini a patto niuno. E se al-
cuno dicesse in questo luogo: come, non hanno ancora
gli animali bruti amore? E non disse Lucrezio favel-
lando a Venere quegli dolcissimi versi allegati altra
volta da noi?
Nam simul ac species patefacta est vera diei,
Et reserata viget genitalibus aura Favoni,
Aeriae primum volucres, te, diva, tuumque
Significant initum, perculsae corde tua vi;
Inde ferae, pecudes persultant pabula laeta,
Et rapidos tranant amneis, ita capta lepore

Illecebrisque tuis, omnis natura animantum
Te sequitur cupide quo quamque inducere pergis;
rispondiamo che non solo gli animali, ma tutte le cose
di tutte le ragioni hanno amore; pigliando amore nella
sua larghissima significazione; onde Dante, che tutto
vide, tutto seppe e tutto scrisse, disse nel XVII Canto
del Purgatorio:
Né creator né creatura mai,
Cominciò ei, figliuol, fu sanza amore.

E per dichiarare il dubbio del quale si ragiona adesso,
e distinguere i significati d'amore, come buono, anzi
ottimo non solamente loico, ma filosofo, soggiunse:
O naturale o d'animo, e tu il sai.
E disse il vero, che 'l sapeva, come dimostrano le cose
che egli ne disse in quel Canto e nel seguente, le quali
forse un giorno tentaremo di dichiarare; baste ora, che


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