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Herodotus - Historiae » Aristoteles - Metaphysica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 353

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


luogo, tuttavia a me piace più che egli discriva e dia ad
intendere con questo verso il cielo empireo, e così ne
dichiari la seconda cosa, cioè quale sia il luogo e fine
degli uomini, e lo sporremo così: quella provvidenza
che regge e governa il mondo fa 'l ciel sempre quieto,
cioè il cielo empireo, il quale, come dicemmo di so-
pra, non si muove mai, e però Dante disse, per di-
chiararloci meglio, sempre quieto, cioè immobile; e
questo sempre quieto si debbe pronunciare quanto all'ac-
cento come se fusse una parola sola, come quando Te-
renzio disse interea loci, Lucrezio semper florentis
Homeri
, e Vergilio:
Namque erit ille mihi Deus; illius aram.
E perché egli, come ne dimostra il suo nome, è tutto
fuoco, non perché arda, ma perché splende, per di-
chiararci ancor questo, disse del suo lume, cioè colla
sua luce, essendo il primo cielo, quel
che più della sua luce prende,
nel quale regnano e trionfano tutte l'anime di tutti i
Beati, distinti primieramente in tre gerarchie: superce-
leste ovvero divina, celeste ovvero angelica, sottoce-
leste ovvero umana; e la gerarchia celeste si ridivide
in tre altre gerarchie, ciascuna delle quali contiene tre
ordini: la prima e più nobile contiene i Troni, i Che-
rubini ed i Serafini; la seconda le Potestati, le Domina-
zioni e le Virtù; la terza ed ultima gli Angeli, gli Arcan-
geli ed i Principati; delle quali tutte favellaremo di sotto
pienamente nel luogo suo. Né contento Dante di averci
descritto il cielo empireo dalla luce e stabilità sua, lo ci
descrive ancora dal luogo, soggiugnendo, nel qual,
cielo lucidissimo e sempre quieto; si volge, e gira;
quel, cielo; c'ha, il quale ha; maggior fretta, cioè,
ponendo la cagione per lo effetto, che si muove più ve-
locemente di tutti gli altri; e questo è il primo mobi-


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