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Rime » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 355

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


invia; ciò che scocca, tutto quello che ella muove e
spinge; in segno lieto, sta in sulla traslazione dell'arco
e del sagittario, conciosiaché segno non significhi al-
tro che quello che noi diciamo il berzaglio ovvero la
mira; onde disse il Petrarca:
Amor m'ha posto come segno a strale;
ed il Bembo medesimamente nella seconda delle tre so-
relle, le quali noi, Dio concedendoloci, comincia-
remo a dichiarare pubblicamente nello Studio, fatto
S. Giovanni, disse:
Io per me nacqui un segno
Ad ogni stral de le sventure umane.

E disse lieto, perché tutte le cose s'allegrano andando
al fine loro, e giuntevi godono, perché il fine è la per-
fezione di ciascuna cosa, e tutti i fini son buoni, anzi
buono e fine sono una cosa medesima. Né poteva dare
esempio più accomodato di questo, perché come le
frecce ovvero i bolzoni vanno e toccano il segno senza
conoscimento alcuno, ma indiritte da chi conosce, cioè
dall'arciero, così le cose naturali, come gli elementi,
vanno, se non sono impedite, e conseguiscono il fine
loro senza conoscere, ma guidate da chi conosce, cioè
da Dio. Né poteva anco dirlo con parole più propie,
avendo detto arco, corda, drizza, segno e scocca, tutte
parole di balestrieri; onde il Petrarca:
Sì tosto come avvien che l'arco scocchi
Buon sagittario, di lontan discerne
Qual colpo è da sprezzare, e qual d'averne
Fede, ch'al destinato segno tocchi.

Ver è che come forma non s'accorda
Molte fiate alla 'ntenzion dell'arte,
Perch'a risponder la materia è sorda.

Usa in questo ternario il Poeta o piuttosto filosofo


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