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Catullus, Gaius Valerius - Carmina » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 363

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie



Della provvidenza divina

Sempre ed in tutte le lingue fu grandissima dubi-
tazione tra tutti gli scrittori circa la provvidenza di-
vina, cioè se Dio avesse cura del mondo o no; onde an-
cora Claudiano cominciò la sua opera da questo dubbio:
Saepe mihi dubiam traxit sententia mentem:
Curarent superi terras, an nullus inesset
Rector, et incerta fluerent mortalia casu.

E la cagione del dubitare fu, oltra molte altre, che a
molti pareva mirabilissimo, come di vero è, l'ordine
infallibile dell'universo, né pareva loro che facendosi
sempre le medesime cose nel medesimo modo, potesse
essere fatto a caso; a molti per lo contrario non pareva
che nell'universo fusse ordine alcuno o che buono fus-
se; onde Lucrezio disse non meno falsamente che con
leggiadria:
Quod si iam rerum ignorem primordia quae sint,
Hoc tamen ex ipsis coeli rationibus ausim
Confirmare, aliisque ex rebus reddere multis:
Nequaquam nobis divinitus esse paratam
Naturam rerum: tanta stat praedita culpa.

Ma perché l'intendimento nostro non è di dispu-
tare ora cotale quistione, la quale come è più impor-
tante di tutte l'altre, consistendo in ella il tutto, così è
ancora più malagevole per la varietà delle infinite op-
penioni che si truovano scritte di lei, non pure diverse
in parte, ma contrarie del tutto, ma dirne solamente
con non molte parole l'oppenioni quasi nude de' più
famosi filosofi, avendo però animo di trattarla piena-
mente, secondo le forze nostre, quando da Dio ne sarà
conceduto; onde per essere più chiari diffiniremo, se-
condo 'l costume nostro, che ella sia; e benché vari la


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