BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Aristoteles - De insomniis » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 41

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


razionale. Della qual cosa volendo rendere il poeta la
ragione, disse tutto quello che si contiene in questo ter-
zetto; il che se è poco in quantità, è tanto in qualità,
che io stupisco, come in sì poche parole si potessero si-
gnificar tante cose, e tanto grandi e tanto diverse. Il
che a cagione che meglio s'intenda, diremo prima, che
la virtù informativa, ovvero generativa, la quale è nello
spirito che esce insieme collo sperma dell'uomo, non
opera formalmente, ma virtualmente, come il sole, il
quale non essendo caldo formalmente, ma virtualmen-
te: e che questo sia vero, lo sperma operando non
assimiglia il paziente a sé, cioè non converte il mestruo
in isperma, ma lo forma e organizza, introducendovi
l'anima vegetativa e sensitiva, e disponendolo all'intel-
lettiva; e questo perché piglia la virtù dal cuore, e opera
in vigore dell'anima del generante. E però ciascuno sper-
ma dispone la materia, forma le membra e introduce
quell'anima che si conviene a quell'animale, in virtù
della quale egli opera; onde (come diceva Averrois) i
membri del leone e quelli del cervo non sono diversi,
se non perché è diversa l'anima. E questo disse non
meno dottamente, che leggiadramente il Petrarca nella
Canzone grande:
E i piedi, in ch'io mi stetti, e mossi, e corsi,
(Com'ogni membro a l'anima risponde)
Diventar due radici sovra l'onde.

E perché queste cose sono così belle a sapere, come
difficili a 'ntendere, non mi parrà fatica né biasimevole
dichiararle con più parole e replicarle. Dico dunque,
che lo sperma dell'uomo pigliando tutta la virtù dal
cuore, e operando in vigore dell'anima, della quale è
organo o strumento, contiene in sé in potenza e virtual-
mente tutto quello che contiene il generante in atto e
formalmente. E però chiamò Aristotile la virtù genera-


pagina successiva »
 
p. 41 [I, 41]