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Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


muovono dal primo Motore, né poteva dinominarlo da
operazione più manifesta che dal muovere, perché pri-
ma muove, poi mediante detto moto fa l'altre cose
tutte quante. E questa medesima sentenza, con questo
medesimo modo di favellare, disse il non men santo
che dotto Boezio Severino in quel suo d'oro e vera-
mente dottissimo e santissimo libro della Consolazione
nella Filosofia
, quando cantò:
O qui perpetua mundum ratione gubernas,
Terrarum coelique sator, qui tempus ab aevo
Ire jubes, stabilisque manens das cuncta moveri.

Il qual luogo interpretando S. Tommaso, allega quel
passo del Vangelo di S. Giovanni che dice: qui illumi-
nat omnem hominem venientem in hunc mundum
, e lo
espone, non che Dio illumini tutti gli uomini che ven-
gono in questo mondo, ma che tutti quegli che sono
illuminati, sono illuminati da lui; così il primo Motore
non muove tutte le cose, ma muove tutte quelle che
si muovono. E di queste e somiglianti locuzioni sono
pieni non solamente i poeti tutti quanti, ma ancora
gli oratori. Ed infin qui mi baste aver detto del primo
dubbio.

Perché dio muova
Dubbio secondo.


Egli non è dubbio nessuno che come la quiete dice
perfezione, così il movimento significa imperfezione;
onde niuno muove mai cosa nessuna se non a qualche
fine e per alcuno bisogno che egli abbia, e sempre ciò
che si muove, si muove per alcuna cosa più nobile di
lui. Ora essendo il primo Motore nobilissimo e perfet-
tissimo, e non avendo bisogno di cosa nessuna, conte-
nendole tutte quante, si dubita a che fine e per che ca-


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