Vespasiano da Bisticci
Le vite
sario et iscrissongli che subito gli impicassino. Niente di
meno come giovane maturo volle andare adagio, ed indu-
giare al seguente dì, et la notte dice che aveva continova-
mente negli orecchi un verso di Giovenale, che dice che
per la morte dell'uomo si debbe fare lunga examina
.
La matina seguente fece dare loro della colla, et examinogli
diligente mente, et trovò che quello che gli avevano fatto
era istato per legereza, non che quivi fussi mancamento
ignuno; et per questa cagione gli tenne alcuni dì in pri-
gione, et di poi liberamente gli lasciò, vedendo in loro
non esser mancamento alcuno gli liberò et fu et da
Neri di Gino et da tutti lodato il partito ch'egli aveva
preso, conosciuta la loro innocentia, et da tutti quegli
che lo 'ntesono non parve loro che fussi istato uno partito
d'uomo giovane di diciotto armi, ma d'ogni maturo uomo.
Aquistò, et nella aministratione di quello uficio, et
nello partito che prese grandissima riputatione, et ogni
dì aquistava più, per i sua laudabili portamenti, et per
aver cominciato a buon'ora a praticare cor uomini degni,
et ragionare de' governi de' principi et delle repubbliche,
che non solo volle vi soperissi la pratica, ch'egli aveva
fatta et faceva, che Pandolfo et più giovani di conditione
feciono tanto con meser Carlo d'Arezo, che lesse loro la
Politica d'Aristotile, che tratta del governo della repu-
blica degli stati. Aveva in prima udito da maestro Baptista
da Fabriano l'Etica d'Aristotile, et parte n'udì da
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