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Silius Italicus, Gaius - Punica » Vespasiano da Bisticci Le vite - p. 109

Vespasiano da Bisticci

Le vite


nientedimeno egli istette sempre coll'animo costantissimo.
Et fegli ldio questa singulare gratia, che mai ebbe im-
pedimento ignuno, che gli alterassi lo 'ntelletto, nè isce-
sa nè catarro gli dette mai noia alcuna. Istava del conti-
novo in letione, come è detto, con tanta buona disposi-
tione, con tanta contritione de' sua pecati ch'era cosa
mirabile a vedere. Sempre gli stettono appresso questi
dua sancti uomini, che mai l'abandonorono infino alla fine, icona nota .
et l'ultime parole che disse, inanzi ch'egli ispirassi, che fu
cosa mirabile: « in manus tuas, Domine, commendo spiri-
tum meum
», et morì senza alcuno impedimento, et rendè
lo spirito al suo Redentore.
Emmi potrebe essere detto: « Questo suo transito fu
– come io l'ho scritto — così appunto? ». A che rispon-
do, che subito dopo la morte del re Alfonso, venne in
Firenze il vescovo di Barzalona et meser Ferando.
Una sera andai a vicitargli alla camera di meser Feran-
do, et era in sulletto per la fatica del cammino. Subito
iscese, et volle che io gli sedessi allato. Sendomegli dato
a conoscere, io gli dissi: « meser Ferando, io vi priego,
che a voi piaccia dirmi la morte del re Alfonso come la
fu ». Narrommela com'è iscritto di sopra, ma dissemi più
cose assai, le quali ho lasciate. Detto m'ebbe ogni cosa,
dissemi: « e' grandi principi hanno di grandi pecati, e per icona nota
questo v'ho detto, non vi voglio giudicare che sia salvo,
ma una cosa dirò io bene, che delle grandi gratie fussino
date in questa vita a persona, è stata questa, e priego
l'onnipotente Idio mi presti tanta gratia, che io non faccia icona nota
altra fine che s'abbia fatta il re Alfonso, ch'è istata gra-
tia singulare. Et se io fussi domandato donde ebbe tanta
gratia la Maestà del re, risponderei: « che la perseveranza,
aveva fatta dalla sua gioventù insino a quello tempo, di
digiunare tutte le feste di nostro Signore et di nostra Don- icona nota
na in pane et in acqua, et tutte le vigilie comandate di-
giunava, et ogni matina udiva tre messe, et diceva del con-
tinovo l'uficio di nostra Donna, con molte orationi et
altre sua divotioni, et ogni notte si levava a dir matutino


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