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Seneca, Lucius Annaeus - Phaedra » Vespasiano da Bisticci Le vite - p. 403

Vespasiano da Bisticci

Le vite


vero era in grandissimo dispiacere a tutti i signori del Re-
gno, e sopportavallo molto molestamente, et colla Maestà
del re avevano fatto quello avevano potuto, di levarlo da
quello governo, il re none volle mai udire nulla, sempre
istette fermo di volere che il governo fussi ín lui, et maxi-
me sendo Alvero uomo calidissimo et astuto, et fece con
questa sua solita prudenza, ch'egli governò quello regno
anni quaranta o più, et fu promissione di Dio, per doma-
re la superbia di quegli signori.
Intervenne a Alvero come interviene a' più degli uo-
mini grandi, che aciecano nella pompa et nella potentia.
Eravi drento, sendo molto invidiato et perseguitato da
tutti quegli signori, non si governò come doveva, ma prese
più autorità non se gli conveniva, parendogli potere tutto
quello ch'egli voleva. Mandò per uno signore, e in casa sua
fu fedito vicino alla morte, con grandissima vergogna della
Maestà del re, di propria autorità. Veduto questo i Segnori
del Regno, parve loro che fussi venuto il tempo di potere
gastigare, et vendicarsi delle iniurie ricevute da lui. Subito
ricorsono alla Maestà del re, a dimostrargli l'iniquità d'Al-
vero, et della iniustitia fatta, et dell'autorità presa, più
che allui non si conveniva. Et come sepono fare colla Mae-
stà del re, avendo la materia aparechiata, lo incitorono in
modo contro allui, che il re fu contento che fussi preso, et
menato a morire, sanza che sua Maestà gli parlassi. Preso
da' ministri della giustitia, inanzi che fussi mandato a mo-
rire, mandò a domandare al re di volergli parlare. Il re
gli mandò a rispondere che quello che gli aveva insegnato,
s'adempirebbe in lui, et questo era, ch'egli gli aveva detto,
che uomo che egli volessi fare morire, nollo udisse mai, et
così voleva che fussi fatto allui. Notino qui i prencipi et
chi gli governa e i governatori delle republiche, et gli uo-
mini crudeli, che di quella medesima pena sono puniti
ch'eglino hanno data ad altri ingiustamente, come dice Cri-
sto ne' sua sacratissimi Evangeli: quello che semina l'uomo,
icona nota quello ricorrà
.
Ritornando a Alvero, avendo avuta questa risposta dal


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