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Aristoteles - De partibus animalium » Zucchi, Giacomo Dei de' Gentili - p. 79

Zucchi, Giacomo

Discorso sopra li Dei de' Gentili e loro imprese


salute universale, figurato per il Serpe in su l'ar[i]a. Ma tirandola a miglior senso,
potremo dire che lasciò veramente pace e salute, essendo in suo tempo seguita
la gloriosa Incarnatione del Signore e Redentor Nostro, come par che, chi bene
risguarda tal riverso, chiaramente comprenda. La figura che nel Cammeo sotto
tal riverso si vede, con grandissimo splendore intorno alla testa è coronata di
Stelle, è fatta per la gloria; tiene da una mano un ramo di lauro et un libro,
dall'altra una tromba et un ramo d'olivo, e veramente conveniente alla somma
monarchia di Principi. Sotto poi del piedestallo da basso si è fatta la Providenza,
cioè una femina con due teste a guisa da Giano, et in una mano sostiene un Ti-
mone, e nell'altra una chiave. E ciò sia detto a bastanza.

Tiberio.

L'antica e nobilissima famiglia de' Claudii, secondo che Svetonio et altri
affermano, hebbe origine in Regili, et in que' primi secoli, per opera di Tito
Tatio compagno di Romolo, venne ad habitare in Roma, et in progresso di tempo
hebbe vent'otto Consoli, cinque Dittatori e sette Censori; trionfarono sei volte,
e due volte hebbero l'honor della vittoria senza il trionfo; hebbero di grandi
et illustri huomini, che troppo lungo sarebbe in questo luogo il narrarli; ma solo
ne toccheremo un poco di superficie, come di Appio Citro, il quale prontamente
in tanta turbulenza dissuadè il Popolo Romano con gran prontezza a non fare per
modo alcuno accordo con il Re Pirro. Parimente Claudio Caudice fu primo
che con grand'impeto e valore cacciò i Cartaginesi di Sicilia. Ma chi potria mai
a pieno narrare l'invitto valore del famoso Claudio Nerone? Quale con quanta
celerità e fierezza, quasi in un medesimo tempo, i duo così potentissimi eserciti,
e così l'un da l'altro lontani, guidati poi da due così valorosi et estrenui Capitani,
hebbe così honorata, illustre e segnalata vittoria; e certo che tal ardire e valore
non si trovò, che mai altro per valoroso Capitano uguale a questo mostrassi. Ma
bene ancora risorsero in così illustre famiglia di quelli che non troppo a questi
simiglianti furno. Consideriamo di gratia la sfrenata libidine dell'infame Claudio,
et Appio Regilano del numero di dieci, dico, che così tirannicamente Roma gover-
navano, che innamorossi della bella et honesta Virginia, figliuola di Lucio Vir-
ginio nobilissimo Cittadino Romano; cercando fraudolentemente torli l'honore,
fu causa, il perfido, che dal padre istesso, per salvar quello, forza li fusse misera-
mente torli la vita; onde il Petrarcha:
Verginia presso al fiero padre armato,
e quel che segue; e fu causa ancora che tanta discordia, anzi che la plebe in tutto
dalla nobiltà la seconda volta si dividesse. Non lascierò ricordar Claudio Druso,
quale, ambitiosamente fattosi fare una statua in honor suo, et con il diadema la
collocò in publico. Cercò occupare alla Republica l'Imperio d'Italia. La poca
religione di Claudio Apuleio non lascieremo, il qual burlandosi delli Dei, doppo
il sacrifitio pigliando li Auguri dal beccar de' galli, i quali, non volendo mangiare, li
buttò ridendosene in Mare, con dire che andassino a bere, poiché mangiar non
voleano. Parimente fra le donne in questa prosapia ne furno delle generose et
illustre come dell'altiere e superbe; la Vergine Claudia Vestale mostrò la nobiltà
et la limpidezza del Corpo suo, quando, rimanendo in secco nel Tevere la Reli-
giosa nave in cui era l'imagine e le sacrate cose di Cibale, madre delli Dei,
arditamente, postosi a guadare con i proprii piedi il profondo fiume, alla nave si
condusse, e scongiurando quella per la chiarezza della sua verginità che seco andar
dovesse, mosse la santa Dea il virginal priego, dando chiaro inditio della inte-
grità sua; e dove volse si lasciò giudare. E per finirla un'altra Claudia poi, figlia
del crudo Appio Cieco, passando con la Carretta per una strada di gente molto
ripiena, bisognando per il Popolo alquanto tardare, con gran superbia alzando
la voce disse: "Deh, perché non torni in vita Pulcro fratel mio? Accioché col mezo


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