BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Boccaccio, Giovanni - Decameron » Zucchi, Giacomo Dei de' Gentili - p. 52

Zucchi, Giacomo

Discorso sopra li Dei de' Gentili e loro imprese


in quel medesimo vischio che hoggi in molti et infiniti si vede, che, empiendo un
quinterno di carta di Grottesche, fanno alle Muse un ambitioso pasto di vessiche.
Però, dando fine a questo ragionamento, al quadro di Venere veniamo.

Venere.

Infra le cose stravaganti che de' Gentili si leggono, stravagantissima mi par
certo questa, che quella passione che per il più da soverchio e disordinato appetito
nasce nell'animo nostro, nutrito nell'otio et voluttuosi pensieri, sia poi stata con
tanta veneratione adorata; et non solo per Dea sopra il coniugal matrimonio tenuta,
ma ancora l'applicorno ad ogn'altra più brutta e disonesta lascivia; empiendo il
mondo non solo di una, ma d'infinite Veneri, secondo le diversità de' paesi. Ma
restringendoci noi alla solita brevità, diremo che tre celebri e più famose Veneri
troviamo. La prima la dissero Celeste, e questa figliuola del Cielo la fanno, affer-
mando che di Giove il gemino amore e le Gratie partorisse; e questa è quella a
cui consecrorno il legame, cesto, o cinta che dir lo vogliamo, che sopra le legitime
nozze fu dagl'antichi posta. La seconda Venere poi vogliono slmilmente che per
opera di Saturno, di Cielo, e della spuma del mare nascesse, et questa di Marte cre-
dettero haver generato l'alato Cupido. La terza dicono di Giove e Dione esser
nata, e questa fanno del Troiano Anchise haver partorito l'invitto e pietoso Enea.
Santo Agostino nel nono libro n'accenna tre parimente, cioè una vergine, et
con il nome di Vesta l'adorna; la ragione diremo quando di essa Vesta trattaremo;
una Coniugale, la terza Meretrice, et che la meretricia professione mostrassi. Ho-
mero, riducendole quasi ad una sola Deità, estende la potenza sua non solo in Cielo,
ma in Terra, in acqua, negli huomini e nelle piante ancora, credendo che ella del
procreare, del nutrire, del conservare, et in somma del tutto habbi la cura. Ma
lasciando andar da parte tante particolarità, togliendo o formando, come l'antico
Zeusi, di varie opinioni la nostra Venere, l'habbiamo in questo quadro in sul suo so-
lito Carro dipinta; la quale, stando in atto di sedere, posa i piedi in su una gongola
o ostrica marina dalla quale alcuni credono che nascesse, o pure le fu dedicata
da quelli che, cianciando, credettero che tutta nel coito s'aprisse. Ma lei alzando
il braccio destro sostiene il legame cesto, che poco fa dicemmo. Dall'altra mano
una Cochiglia, in testa la orna una vezzosa ghirlanda di bianche e rosse rose a
lei consegrate, sì come fra gl'arbori il Mirto; et appresso li vanno piacevolmente
intorno le sue candide Colombe amorosamente scherzando. Il suo Carro vien
tirato poi, secondo Ovidio, da due bianchissimi Cigni; se bene alcuni li danno le
amorose Passare. Vuol Pausania, et Plutarco, il Giuoco et il Riso esser di lei figliuo-
li. Ma diversi adulterii, poi infiniti altri n'aggiungono, come di Marte Hermi-
niona; di Mercurio Hermafrodito, di Giove Cupidine, di Anchise Enea; di Bute
Erice, di Bacco Himeneo; il quale Himeneo si vede a canto a lei, con il velo giallo
et coronato di Persa, et con la face accesa, et finalmente come Auriga, e 'l vago suo
figliuolo Cupido che con l'arco mostra in verso de' riguardanti scaricar amorosi
strali.
Fu, come dicemmo, con diversi nomi invocata, sì come gli altri Dii, come
Accidialia, Pafia, Sira, Salamania, Idalia, Citerea, Ericina, Gnidia, Ambologera,
Colias, Cillenia, Pontica, Verticordia, Libertina, Cloacina, Ciprina, ma particolar-
mente in Pafo fu in grandissima riputatione, dove in honor suo le Vergini si dedi-
cavano al meretritio costume, facendo di sé copia abbondantissima agl'huomini.
Ma tempo è hormai di toccare due parole di lei come pianeta: dico che a' piedi
del suo Carro si vedono le sue solite case, cioè il Tauro e la Libra, et sopra il
capo, quale di una splendente stella ornato si vede, si sono satti i Pesci di casa di
Giove, sua esaltatione. Vogliono che questo pianeta sia di natura caldo et humido,
di color candidissimo, piacevole e temperato, induttore di amicitie. Dilettasi di
musiche, feminino e notturno, induce amore; ma però, secondo li aspetti, casto,
o lascivo; di grandissima luce, tanto che di molte volte pare emulo al Sole, ma


pagina successiva »
 
p. 52