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Timaeus Locrus - De natura mundi et animae » Della Casa, Giovanni Orazione della Lega - p. 464

Della Casa, Giovanni

Orazione per muovere i Veneziani a collegarsi col Papa, col re di Francia e Svizzeri


che egli, non le nobili membra di questa egregia città calpestando
prima, la via, onde alle altrui rovine trapassi e pervenga, si aprirà,
ma il re abbattendo o i Svizzeri e Santa Chiesa calcando, su per
le rovine loro ultimamente alla vostra destruzione procederà, e
non procacciate di fuggire la servitù, ma solo speriate d'indugiarla.
Comincerà dunque l'imperatore la sua crudele impresa, non da voi
né contro a questo inclito Stato, ma scenderà sopra il re cristianis-
simo, e durante fra loro la mischia voi pure arete quel tanto più
di pace e di riposo. Ma che avverrà all'incontro? Certo, se il re
fia vinto e sconfitto, voi, in pace essendo, arete perduto la guerra e,
non combattendo, sarete stati vinti; perocché, abbattuta la potenza
de' Francesi, niuna resistenza si potrà più fare all'imperatore e sa-
rete costretti di fare i suoi comandamenti di presente. Conviensegli
dunque a tale e sì fatto senato mettere in avventura la sua libertà
sotto l'altrui consiglio più tosto che sotto il suo stesso governo?
Conviensegli a tanta conoscenza, a tanto senno, sotto l'arbitrio de'
Francesi perdere o ritenere il suo buono e felice Stato per allun-
gare il suo sì inquieto riposo di breve spazio di tempo? Senza
che, così agevolmente può avvenire che egli alla guerra sua dia da
voi principio come da qualunque altro; ma, donde che esso inco-
minci, senza fallo, se contro altri si volge, egli non lo farà per ri-
spiarmiar voi né per agevolarvi, ma per suo commodo e per più
tosto e con minor periglio dare effetto alla sua intenzione.
Come fate voi dunque vostro refugio quello stesso che il vostro
nimico per suo vantaggio con deliberato consiglio ha eletto? Egli
prenderà quella via, la quale più tosto e con minore affanno a sog-
giogare voi e gli altri Cristiani lo conduca: e, se questa è per entro
la Francia, noi dobbiamo vietargliela e contrastarli il passo, accioc-
ché egli per più aspro e per più erto cammino e per più lungo si
metta, e non desiderare che egli quello prenda che più agevole sia


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