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Herodotus - Historiae » Aristoteles - Metaphysica » Ammirato, Scipione Istorie fiorentine - p. 509

Ammirato, Scipione

Istorie fiorentine


cipi incomincierò la cosa un poco più da alto. Fu
già in Pistoia un cittadino chiamato Cancelliere,
huomo nato di mezzana condizione; ma il quale
per havere nelle mercatanzìe molto guadagnato
divenne ultimamente ricchissimo. Questi di due
mogli hebbe più figliuoli, da quali parimente in
processo di tempo molti altri figliuoli nacquero et
molti nipoti in tanto numero, che nel tempo,
che le cose che noi racconteremo succedettono,
erano intorno cento huomini tutti ricchi et di
grande affare et sopra tutto dati al mestiere del-
l'armi; onde non solo di Pistoia, ma erano sti-
mati de più possenti legnaggi di Toscana. Ma o
per naturale superbia d'alcun di loro, o per con-
to di beni, o qual'altra se ne fosse la cagione,
fra il ramo di quelli che discendevano dall'una
donna, et quelli che nascevan dell'altra, nacque
alcun disparere, et divisonsi, et per riconoscersi
gli uni degli altri, questi Cancellieri Neri, et
quegli altri Cancellieri bianchi furon chiamati.
Nel quale stato trovandosi accadde; che essendo
un dì venuti in fra di loro alle mani, vi fu uno
di essi ferito dal lato de Bianchi chiamato Pe-
tieri. Niccolò Machiavelli chiama costui Geri, et
dice essere stato figliuolo di Bertaccio cavaliere,
e il feritore nomina Lore figliuolo di Guglielmo,
et egli altresì cavaliere; <perchè volendo Gugliel-
mo con alcuno atto di cortesìa riparare all'in-
giuria, che il figliuolo haveva altrui fatta, gli
comandò che andasse a casa il padre dell'offeso,
et del caso seguito gli chiedesse perdono. Non ricu-
sò Lore di ubbidire al padre, ma la sua humiltà
non mitigò per questo l'animo dell'ingiuriato, il


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