Machiavelli, Niccolò
Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio
me di sopra si disse, mostrò a quel senato quanto poco conto si
aveva a tenere della rotta di Canne. E cosí si vide come i tempi dif-
ficili non gli sbigottivono, né gli rendevono umili. Dall'altra parte i
tempi prosperi non gli facevano insolenti: perché, mandando Antioco
oratori a Scipione a chiedere accordo avanti che fussono venuti alla
giornata e che egli avesse perduto, Scipione gli dette certe condizioni
della pace, quali erano che si ritirasse dentro alla Soria, e il resto
lasciasse nello arbitrio del popolo romano. Il quale accordo recu-
sando Antioco, e venendo alla giornata e perdendola, rimandò imba-
sciadori a Scipione, con commissione che pigliassero tutte quelle
condizioni erano date loro dal vincitore; alli quali non propose altri
patti che quegli si avesse offerti innanzi che vincesse, soggiugnendo
queste parole: «Quod Romani, si vincuntur, non minuuntur animis;
nec, si vincunt, insolescere solent
».
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