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Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Lomazzo, Giovanni Paolo Forma delle Muse - p. 14

Lomazzo, Giovanni Paolo

Della forma delle Muse, cavata da gli antichi autori Greci et Latini


l'Elegia flebile, come la chiama Ovidio, Flebilis indignos ele-
geia solve capillos, Ab nimis ex vero nunc tibi nomen erit
;
Urania si finge col coro delle stelle, et i lor giri signate con
questa imagine, con un bastone in mano toccante un certo
triangolo, et in cima di esso vi è una certa palla, che non bene
si discerne, Euterpe come inventrice della Tragedia, col
capo coronato; Talia con faccia ridente tenente con ambe le
mani la clava di Ercole, perché è dedicata la Comedia a quel-
lo; Melpomene con la lira, la quale da Oratio si dà anco a Po-
linnia, Si necque tibias Euterpe cohibet, vel Polhymnia lesboum
refugit tendere barbiton
; Tersicore tien la fistola, o zampo-
gna, Calamis, e Polinnia le tibie, o tromboni, o i flauti. Et di
più si fanno cantanti, sonando Apollo la lira. In lor compagnia
si figura la Dea Pitho, o persuasione, secondo Quintiliano, la
quale attento un limpidissimo liquore dal fonte Orcomenio
delle Gratie, ne dava a bere ad alcuni cantanti, la quale Pitho
ora Suadela, ora Lepore detta, che perciò si dice far come di
sopra, perché più efficacemente si fa con le Gratie i compo-
nimenti.
Si dà loro per compagni da molti Greci, secondo Strabone
Bacco, Apolline, et Ecate, e fu Apollo nomato Musagete,
quasi conduttor delle Muse. E nello stesso modo alle Muse,
et a Cerere si facevano i sacrificii, le baccationi, i cori, le so-
lennità, e le ceremonie sacre, e fanno le presidenti de chori,
et i ministri loro son tutti i dotti, e spetialmente i Musici. E se-
condo il gran Ficino, i Sacerdoti delle Muse son quei soli, che
sono investigatori e della verità, del sommo bene. Et Apol-
lo oltre quando si dirà nell'allegorie alte, si aggiunge socio,
perché si ricorda, che fu perito musico, e citaredo, e ne' monti
cacciatore, perciò che hanno in costume di menar solitaria
vita, e lontan dal volgo quei che dan opra alla Filosofia, sen-
za la quale, secondo il Comico, nihil honesti in solitaria vita
inveneris
, et a ciò disse Aristotele, che 'l solitario era o Dio, o
bestia, Et Apollo nel mezzo secondo Servio dinota il lume su-


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