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Epicurus - Epistula ad Menoeceum » Della Casa, Giovanni Galateo - p. 411

Della Casa, Giovanni

Trattato cognominato Galateo ovvero de' costumi


una cotal magretta, che andava alla messa in San Lorenzo. Come
no? Anzi non conosceste altri. — Un bel vecchio diritto che portava
la zazzera: non ve ne ricordate voi? — Perciocché, se fosse tutto
uno che il caso fosse avvenuto ad un altro come a costui, tutta
questa lunga quistione sarebbe stata di poco frutto, anzi di molto
tedio a coloro che ascoltano e sono vogliosi e frettolosi di sentire
quello avvenimento, e tu gli aresti fatti indugiare, sì come per
avventura fece il nostro Dante:
e li parenti miei furon lombardi,
e mantovan per patria ambidui
;
perciocché niente rilevava se la madre di lui fosse stata da Gaz-
zuolo o anco da Cremona. Anzi apparai io già da un gran retto-
rico forestiero un assai utile ammaestramento d'intorno a questo,
cioè che le novelle si deono comporre e ordinare prima co' sopran-
nomi e poi raccontare co' nomi
; perciocché quelli sono posti se-
condo le qualità delle persone, e questi secondo l'appetito de'
padri o di coloro a chi tocca
. Per la qual cosa colui che in
pensando fu madonna Avarizia, in proferendo sarà messer Er-
minio Grimaldi, se tale sarà la generale openione che la tua con-
trada arà di lui, quale a Guglielmo Borsieri fu detto esser di
messer Erminio in Genova. E, se nella terra ove tu dimori
non avesse persona molto conosciuta che si confacesse al tuo


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