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Della Casa, Giovanni

Trattato cognominato Galateo ovvero de' costumi


cose; perciocché così pare che le cose istesse si rechino in mezzo e
che elle si mostrino non con le parole ma con esso il dito: e perciò
più acconciamente diremo riconosciuto alle fattezze che alla figura
o alla imagine, e meglio rappresentò Dante la cosa detta quando
e' disse:
che li pesi
fan così cigolar le sue bilance

che se egli avesse detto o gridare o stridere o far romore; e più
singolare è il dire il ribrezzo della quartana che se noi dicessimo
il freddo, e La carne soverchio grassa stucca che se noi dicessimo
sazia, e sciorinare i panni e non ispandere, e i moncherini e non le
braccia mozze: e all'orlo dell'acqua d'un fosso
stan li ranocchi pur col muso fuori
e non con la bocca
: i quali tutti sono vocaboli di singolare signi-
ficazione; e similmente il vivagno della tela più tosto che l'estre-
mità. E so io bene che, se alcun forestiero per mia sciagura s'abbat-
tesse a questo trattato, egli si farebbe beffe di me e direbbe che io
t'insegnassi di favellare in gergo ovvero in cifera, conciossiaché
questi vocaboli siano per lo più così nostrani che alcuna altra na-
zione non gli usa e usati da altri non gl'intende. E chi è colui che
sappia ciò che Dante si volesse dire in quel verso:


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