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Della Casa, Giovanni

Trattato cognominato Galateo ovvero de' costumi


i quali modi alle volte convengono a chi fa versi, ma a chi favella
si disdicono sempre. E bisogna che l'uomo non solo si discosti in
ragionando dal versificare, ma eziandio dalla pompa dello arrin-
gare: altrimenti sarà spiacevole e tedioso ad udire, comeché per
avventura maggior maestria dimostri il sermonare che il favellare.
Ma ciò si dee riservare a suo luogo; ché chi va per via non dee
ballare ma camminare, con tutto che ognuno non sappia danzare e
andar sappia ognuno (ma conviensi alle nozze e non per le strade).
Tu ti guarderai adunque di favellar pomposo: “Credesi per molti
filosofanti...
” e tale è tutto il Filocolo e gli altri trattati del
nostro messer Giovan Boccaccio, fuori che la maggior opera e
ancora più di quella forse il Corbaccio. Non voglio perciò che tu
ti avvezzi a favellare sì bassamente come la feccia del popolo mi-
nuto e come la lavandaia e la trecca, ma come i gentiluomini: la
qual cosa come si possa fare ti ho in parte mostrato di sopra; cioè
se tu non favellerai di materia né vile né frivola né sozza né abbo-
minevole e se tu saprai scegliere fra le parole del tuo linguaggio
le più pure e le più proprie e quelle che miglior suono e miglior
significazione aranno, senza alcuna rammemorazione di cosa
brutta né laida né bassa, e quelle accozzare, non ammassandole
a caso né con troppo scoperto studio mettendole in filza, e, oltre a
ciò, se tu procaccerai di compartire discretamente le cose che tu
a dire arai, e guardera'ti di congiugnere le cose difformi tra sé,
come:


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