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Plautus, Titus Maccius - Bacchides » Della Casa, Giovanni Galateo - p. 381

Della Casa, Giovanni

Trattato cognominato Galateo ovvero de' costumi


egli andava o veniva da Palagio, come che le vie fossero sempre
piene di nobili cortigiani e di prelati e di signori, e parimenti di
poveri uomini e di molta gente mezzana e minuta, nondimeno a lui
non parea d'incontrar mai persona che da più fosse né da meno di
lui; e senza fallo pochi ne poteva vedere che quello valessero che
egli valeva, avendo risguardo alla virtù di lui, che fu grande fuor
di misura: ma tuttavia gli uomini non si deono misurare in questi
affari con sì fatto braccio, e deonsi più tosto pesare con la stadera
del mugnaio che con la bilancia dell'orafo
; ed è convenevol cosa
lo esser presto di accettarli non per quello che essi veramente va-
gliono, ma, come si fa delle monete, per quello che corrono.
  Niuna cosa è adunque da fare nel conspetto delle persone, alle quali
noi desideriamo di piacere
, che mostri più tosto signoria che com-
pagnia: anzi vuole ciascun nostro atto avere alcuna significazion di
riverenza e di rispetto verso la compagnia nella quale siamo. Per
la qual cosa, quello che fatto a convenevol tempo non è biasimevole,
per rispetto al luogo e alle persone è ripreso: come il dir villania
a' famigliari e lo sgridargli (della qual cosa facemmo di sopra
menzione) e molto più il battergli, conciossiacosaché ciò fare è un
imperiare e essercitare sua giurisdizione; la qual cosa niuno suol
fare dinanzi a coloro ch'egli riverisce, senza che se ne scandalezza la
brigata e guastasene la conversazione; e maggiormente se altri ciò
farà a tavola, che è luogo d'allegrezza e non di scandalo. Sicché
cortesemente fece Currado Gianfigliazzi di non moltiplicare in
novelle con Chichibio per non turbare i suoi forestieri, comeché
egli grave castigo avesse meritato, avendo più tosto voluto dispia-


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