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Plinius Caecilius Secundus, Gaius - Epistulae » Della Casa, Giovanni Galateo - p. 385

Della Casa, Giovanni

Trattato cognominato Galateo ovvero de' costumi


diletto anzi scherniscono i ragionamenti ed il ragionatore insieme.
Non si dee anco pigliar tema molto sottile né troppo isquisito,
perciocché con fatica s'intende dai più. Vuolsi diligentemente guar-
dare di far la proposta tale che niuno della brigata ne arrossisca
o ne riceva onta. Né di alcuna bruttura si dee favellare, comeché
piacevole cosa paresse ad udire: perciocché alle oneste persone non
istà bene studiar di piacere altrui se non nelle oneste cose. Né
contra Dio né contra' santi, né daddovero né motteggiando, si
dee mai dire alcuna cosa, quantunque per altro fosse leggiadra o
piacevole. Il qual peccato assai sovente commise la nobile brigata
del nostro messer Giovan Boccaccio ne' suoi ragionamenti sì che
ella merita bene di esserne agramente ripresa da ogni intendente
persona. E nota che il parlar di Dio gabbando non solo è difetto di
scellerato uomo ed empio, ma egli è ancora vizio di scostumata per-
sona ed è cosa spiacevole ad udire: e molti troverai che si fuggi-
ranno di là dove si parli di Dio sconciamente. E non solo di Dio si
convien parlare santamente, ma in ogni ragionamento dee l'uomo
schifare quanto può che le parole non siano testimonio contra la
vita e le opere sue: perciocché   gli uomini odiano in altrui eziandio
i loro vizii medesimi
. Simigliantemente si disdice il favellare delle
cose molto contrarie al tempo ed alle persone che stanno ad udire,
eziandio di quelle che, per sé ed a suo tempo dette, sarebbono e
buone e sante. Non si raccontino adunque le prediche di frate Na-
stagio alle giovani donne quando elle hanno voglia di scherzarsi;
come quel buon uomo che abitò non lungi da te, vicino a San Bran-
cazio, faceva. Né a festa né a tavola si raccontino istorie maninco-
nose, né di piaghe né di malattie né di morti o di pestilenzie né
di altra dolorosa materia si faccia menzione o ricordo; anzi, se altri


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