BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Plato - Gorgias » Bruno, Giordano Cena - p. 23

Bruno, Giordano

La cena de le ceneri


ce, vermiglie gote, labra succhiose, occhi divini, petti di
smalto e cuori di diamante
; per le quali tanti pensieri
fabrico ne la mente, tanti affetti accolgo nel spirto, tante
passioni concepo nella vita, tante lacrime verso da gli
occhi, tanti suspiri sgombro dal petto, e dal cor sfavillo
tante fiamme; a voi Muse d'Inghilterra dico, inspira-
temi, suffiatemi, scaldatemi, accendetemi, lambiccatemi,
e risolvetemi in liquore, datemi in succhio e fatemi
comparir non con un picciolo, delicato, stretto, corto e
succinto epigramma: ma con una copiosa e larga vena di
prosa lunga, corrente, grande e soda; onde non come da
un arto calamo, ma come da un largo canale mande i ri-
vi miei. E tu Mnemosine mia, ascosa sotto trenta si-
gilli, e rinchiusa nel tetro carcere dell'ombre de le
idee, intonami un poco ne l'orecchio. — A i dì passati
vennero doi al Nolano da parte d'un regio scudiero,
facendogl'intendere qualmente colui bramava sua con-
versazione per intender il suo Copernico et altri para-
dossi di sua nova filosofia. Al che rispose il Nolano, che
lui non vedea per gli occhi di Copernico, né di Ptolo-
meo; ma per i proprii quanto al giudizio e la determi-
nazione; benché quanto alle osservazioni stima dover
molto a questi et altri solleciti matematici, che successi-
vamente a tempi e tempi, giongendo lume a lume, ne
han donati principii sufficienti per i quali siamo ridutti a
tal giudicio, quale non possea se non dopo molte non
ociose etadi esser parturito. Giongendo che costoro in
effetto son come quelli interpreti che traducono da uno
idioma a l'altro le paroli: ma sono gli altri poi che
profondano ne' sentimenti, e non essi medesimi. E son
simili a que' rustici che rapportano gli affetti e la forma
d'un conflitto a un capitano absente; et essi non inten-
dono il negocio, le raggioni e l'arte, co la quale questi
son stati vittoriosi: ma colui che ha esperienza e meglior
giudicio ne l'arte militare. Cossì a la tebana Manto, che


pagina successiva »
 
p. 23