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Biblia, Ps » Bruno, Giordano Cena - p. 10

Bruno, Giordano

La cena de le ceneri


credo che non vi sarà poco occasione da dovenir eroico,
dismesso; maestro, discepolo; credente, mescredente;
gaio, triste; saturnino, gioviale; leggiero, ponderoso;
canino, liberale; simico, consulare; sofista con Aristo-
tele, filosofo con Pitagora; ridente con Democrito,
piangente con Eraclito. Voglio dire: dopo ch'arrete
odorato con i Peripatetici, mangiato con i Pitagorici, be-
vuto con Stoici, potrete aver ancora da succhiare con
quello che mostrando i denti avea un riso sì gentile, che
con la bocca toccava l'una e l'altra orecchia. Perché
rompendo l'ossa e cavandone le midolla, trovarete cosa
da far dissoluto san Colombino patriarca de gli Ge-
suati; far impetrar qualsivoglia mercato, smascellar le
simie, e romper silenzio a qualsivoglia cemiterio. Mi
dimandarete: che simposio, che convito è questo? È una
cena. Che cena? De le ceneri. Che vuol dir cena de le ce-
neri? fu vi posto forse questo pasto innante? Potrassi,
forse dir qua: cinerem tamquam panem manducabam?
Non; ma è un convito, fatto dopo il tramontar del sole,
nel primo giorno de la quarantana, detto da nostri pre-
ti dies cinerum, e talvolta "giorno del memento". In che
versa questo convito, questa cena? Non già in conside-
rar l'animo et effetti del molto nobile e ben creato signor
Folco Grivello, alla cui onorata stanza si convenne.
Non circa gli onorati costumi di que' signori civilissimi,
che per esser spettatori et auditori, vi furono presenti.
Ma circa un voler veder quantumque può natura in far
due fantastiche befane, doi sogni, due ombre e due feb-
bri quartane
: del che mentre si va crivellando il senso
istoriale, e poi si gusta e mastica, si tirano a proposito
topografie, altre geografice, altre raziocinali, altre mora-
li; speculazioni ancora, altre metafisiche, altre matemati-
che, altre naturali.


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