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Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


core l'invidioso del bene altrui, come disse Horatio nell'Epistole:
Invidus alterius macrescit rebus opimis.
Gli si dipinge appresso l'hidra, percioché il suo puzolente fiato et il ve-
leno infetta et uccide più d'ogn'altro velenoso animale, così l'invidia al-
tro non procaccia se non la ruina de gl'altrui beni, sì de l'anima, come del
corpo, et essendo (come dicono i Poeti) mozzo un capo a l'Idra più ne rina-
scono, così l'Invidia quanto più l'huomo, con la forza della virtù cerca di
estinguerla, tanto più cresce contro di essa virtù. Però ben disse il Petrar-
ca in un Sonetto:
O invidia nemica di virtute
Ch'a bei principii volentier contrasti.

Et Ovidio nel lib. 2. delle Metamorfosi:
E tutto fele amaro il core e' l petto.
La lingua è infusa d'un venen ch'uccide
Ciò che gli esce di bocca è tutto infetto,
Avenena col fiato e mai non ride
Se non tal'hor che prende in gran diletto
S'un per troppo dolor languisce e stride,
L'occhio non dorme mai, ma sempre geme
Tanto il gioir altrui l'affligge e preme.
All'hor si strugge, si consuma e pena
Che felice qualch'un viver comprende
E questo è il suo supplicio e la sua pena
Che se non noce a lui, se stesso offende;
Sempre cerca por mal, sempre avenena
Qualch'emul suo finché infelice il rende
Tiene per non veder la fronte bassa
Minerva e tosto la risolve e lassa.

Invidia. B


Invidia.

Donna vecchia, brutta e pallida, il corpo sia asciutto, con gl'occhi bie-
chi, vestita del colore della ruggine, sarà scapigliata et fra i capelli vi
saranno mescolati con alcuni serpi, stia mangiando il proprio core, il
quale terrà in mano.
Si dipinge vecchia, perché, per dir poco, ha havuta lunga et antica
inimicitia con la virtù.
Ha pieno il capo di serpi in vece di capelli, per significatione de' mali
pensieri, essendo ella sempre in continua rivolutione de' danni altrui et ap-
parecchiata sempre a spargere il veleno ne gl'animi di coloro con i quali
senza mai quietare si riposa, divorandosi il core da se medesima, il che
è propria pena de l'invidia. E però disse Iacomo Sanazaro:
L'invidia figliuol mio se stessa macera
E si dilegua come agnel per fascino
Che non gli vale ombra di cerro o d'acera.

Invidia. C


Invidia.

Pallido ha 'l volto, il corpo magro e asciutto
L'occhi son biechi e ruginoso è 'l dente,
Il petto arde d'amaro fele e brutto
Venen colma la lingua, né mai sente
Piacer alcun, se non dell'altrui lutto
Allor ride l'Invidia, ch'altrimente
Si mostra ogn'hor adolorata e mesta,
E sempre all'altrui mal vigila e desta.

Invidia. D


Invidia.

Donna vecchia, mal vestita del color di ruggine, si tenga una mano
alla bocca, nel modo che sogliono le donne sfacendate in bassa for-
tuna, guardi con occhio torto in disparte, haverà appresso un cane ma-
gro, il quale, come da molti effetti si vede, è animale invidiosissimo e tut-
ti gli beni de gl'altri vorrebbe in sé solo, anzi racconta Plinio nel lib. 25.


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