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Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


percioché l'Umbria si chiama l'umbelico d'Italia, come dicono M. Var-
rone, Plinio et altri. Il che anco chiaro dimostra Francesco Mauro da Spel-
lo nel primo libro della sua opera intitolata Francisciados, ove descrive
la vita del Serafico S. Francesco mentre dice:
Nonne idem Italiae monstrabas saepius oram
In medio glebae laetam ubere Tybris amoeno
Amne secat qua pingue solum, lenisque Subasi,
Qua latera excelsi laevo ferit ardua cornu?
Hinc Erebi excidio regnis narrare solebas
Venturum Heroem.

Sostiene con la destra mano un tempio risplendente, percioché nell'Um-
bria son due gran capi di Religioni delle maggiori che sian al mondo, uno
del quale fu il gran Padre S. Benedetto da Norcia, sotto il quale militano
30. altre Religioni, et son stati di quest'ordine monastico da 60. Papi, molti
Imperatori d'Oriente et d'Occidente, Re, Duchi, Principi, Conti, Impera-
trici, Reine, Duchesse et altre donne, per nobiltà, dottrina e santa vita il-
lustri. L'altro capo è il Serafico Padre S. Francesco d'Assisi fondatore della
Religion de' Frati Minori, cioè de i Capuccini, de l'Osservanti, de i Conven-
tuali, del terz'ordine de' Riformati, de' Cordigeri e molt'altri che vivono
et viveranno sotto regola e protettione di S. Francesco, i quali il Sig. Dio,
per i meriti di questo gran Santo a sua imitatione fa sempre novamente
sorgere per tutta la Christianità conforme all'oratione, che di lui canta la
Santa Chiesa dicendo: Deus, qui Ecclesiam tuam Beati Francisci meritis foetu novae prolis
amplificas,
etc. Lascio da parte S. Chiara capo d'infinite Vergini, che nelli
claustri servono all'altissimo Dio, et molti altri Santi et Sante, de' quali n'è
pieno il Catalogo. Et che anticamente l'Umbria sia stata piena di Religio-
ne lo accennò Propertio nel lib. 4.:
Umbria te notis, antiqua penatibus edit.
Gli si dipinge appresso l'horribil cascata del lago Velino, hora detto Piè
di Luco, come cosa non solo in questa Provincia notabile, ma anco in tutta
Italia, percioché è tale la quantità de l'acqua et il precipitio nel qual im-
petuosamente casca, che lo strepito et percossa d'essa si sente rimbombando
per spatio di 10. miglia, dando a riguardanti maraviglia e spavento, et per
la continua elevatione de' vapori cagionati dalla gran conussion dell'ac-
qua reflettendoci i raggi del Sole, vien a formarsi un Arco celeste da i La-
tini chiamato Iris. Onde Plinio nel lib. 2. cap. 62. così dice:
In lacu Velino nullo non die apparere arcus,
come hoggi anco si vede; et se bene l'arco celeste alle volte significa piog-
gia nondimeno questo, del qual si parla, non può esser preso in tal senso, per-
ché questo è particolare e non si fa se non di giorno, quando il Cielo è più
sereno, onde possa il Sole con i suoi raggi verberar quella parte ov'è mag-
giore elevatione de i vapori per la concussion dell'acque, e non tanto è no-
tabile questo lago per la cagione detta di sopra, quanto perché è in mezo
dell'Italia, come ancora lo descrive Vergilio nel 7. dell'Eneide:


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