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Plato - Epinomis » Ripa, Cesare Iconologia - p. 276

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


At Phaeton rutilos flamma populante capillos,
Volvitur in praeceps, longoque per aera tractu
Fertur, ut interdum de Coelo stella sereno
Quae si non cecidit, potuit cecidisse videri.
Quem procul a Patria diverso maximus Orbe
Excipit Eridanus, fumantiaque abluit ora.

Si fa anche coronato il detto fiume, per essere il maggiore d'Italia,
raccogliendo nel suo grembo le ricchezze di molti altri fiumi et perché
il Petrarca nel Sonetto 143. così lo chiama:
Re de gli altri superbo, altero fiume
Anzi per essere non solo il maggiore d'Italia, come si è detto, ma per
non cedere punto alla grandezza de' più famosi del mondo, cioè del Nilo
e dell'Istro. Lucano nel lib. 2. così dice:
Quoque magis nullum tellus se solvit in amnem,
Erydanus fractasque evolvit in aequora sylvas,
Hesperiamque exhaurit aquis. Hunc fabula primum
Populea fluvium ripas umbrasse corona,
Cumque diem pronum tranverso limite ducens,
Succendit Phaeton flagrantibus aethera loris,
Gurgitibus raptis penitus tellure perusta,
Hunc habuisse pares Phoebeis ignibus undas.
Non minor hic Nilo, si non per plana iacentis
Aegypti lybicas Nilus stagnaret arenas.
Non minor hic Istro, nisi quod dum permeat orbem
Ister, casuros in quaelibet aequora fontes
Accipit, et Scyticas exit non solus in undas
etc.
Et come si è detto, si potrà dipingere questo fiume con la testa di toro
con le corna, percioché (come narra Servio et Probo) il suono che fa il
corso di questo fiume è simile al mugito de' buoi, come anco perché le
sue ripe sono incurvate a guisa di corna.
Il cornucopia, nella guisa che dicemmo, significa l'abondanza grande
causata da questo celebre fiume, essendo che nel tempo della canicola,
come narra Plinio nel lib. 3. cap 16., quando su l'Alpi si struggono le nevi,
ingrossandosi et spargendosi da torno lascia poi quei luoghi tocchi da
lui fertilissimi et dividendo la Provincia in due parti con sette bocche
entra nel mare Adriatico con tanta copia d'acqua che (come dice Plinio
nel luogo citato) fa sette mari.
Marca Trivisana


Marca Trivisana.

Una donna leggiadra et bella che habbia tre faccie, haverà il ca-
po ornato a guisa di Berecintia madre de gli Dei antichi, di coro-
na turrita con otto torri d'intorno et nel mezo una più eminente de l'al-
tre, sarà vestita sotto di color azurro, haverà una sopraveste o manto di
oro ricamato di spighe et fregiato di verdeggianti et fruttifere viti.
Starà a sedere sopra il dorso di un alato leone, terrà la destra mano appoggiata


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