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Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


professione; la ruvidezza della corda mostra la difficultà della materia.
La canape per terra mostra che non solo è offitio della logica fare il no-
do delle corde fatte, ma quelle medesime corde ancora provedere con l'ar-
te sua propria servendosi d'alcuni principii della natura et insegnando di
conoscere i nomi, le propositioni et ogni altra parte overo istromento del-
la dimostratione il suo vero et reale istromento.
Logica. C


Logica.

Giovane pallida con capelli intricati e sparsi di convenevole lunghez-
za, nella mano destra tiene un mazzo di fiori, con un motto sopra
che dichi   Verum et falsum et nella sinistra un serpente.
Questa donna è pallida perché il molto vigilare et il grande studio che
intorno ad essa è necessario è ordinariamente cagione di pallidezza et
indispositione della vita.
I capelli intrigati et sparsi dimostrano che l'huomo, il quale attende al-
la speculatione delle cose intelligibili, suole ogni altra cosa lasciar da par-
te e dimenticarsi della custodia del corpo.
I fiori son segno che per industria di questa professione si vede il vero
apparire et il falso rimanere oppresso, come per opra della natura dal-
l'herba nascono i fori che poi la ricoprono.
Il serpente c'insegna la prudentia necessariissima a professione, come a
tutte l'altre, non s'affaticando in altro l'humana industria che in distin-
guere il vero dal falso et secondo quella distintione saper poi operare con
proportionata conformità al vero conosciuto et amato. Scuopre ancora
il sepente che la logica è stimata velenosa materia et inaccessibile a chi
non ha grande ingegno et è amara a chi la gusta et morde et uccide quel-
li che con temerità le si oppongono.
Longanimità


Longanimità.

Una matrona assai attempata, a sedere sopra d'un sasso, con l'occhi
verso il cielo, con le braccia aperte et mani alzate.
La longanimità è annoverata dall'Apostolo al cap. 4. de' Galati tra li
dodici frutti dello Spirito Santo et S. Tomaso nella 2.2. Q. 136. art. 5. è una
virtù, mediante la quale la persona ha in animo d'arrivare a qualche cosa
assai ben discosta, ancorché ci andassi ogni longo tempo. Et S. Anselmo so-
pra il detto c. 5. a' Galati dice la longanimità essere una longhezza d'ani-
mo che tollera patientemente le cose contrarie et che sta longo tempo
aspettando li premii eterni et, se ben pare che sia l'istessa virtù che la pa-
tienta, tuttavia sono differenti tra loro, perché, come dicano li suddetti
Auttori et Dionisio Certosino sopra l'istesso cap. 5. a' Galati, la longanimi-
tà è accompagnata dalla speranza, che fa che stiamo aspettando sino al-
la fine li beni promessici da Dio Nostro Signore et però questa virtù pare


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