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Averroes - In De divinatione per somnum » Ripa, Cesare Iconologia - p. 23

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


dubbio che non gli conviene per se stessa figura et formatione et altre
qualità, che alla materia solamente stanno attaccate, tuttavia, dovendo
questa rappresentatione farsi obietto de' sensi corporali, siamo astretti di
proporcela avanti sotto forma medesimamente corporea et accomo-
dare ancora la cosa intesa al nostro concetto. Dunque se gli dà la figura
humana con quella licenza con la quale ordinariamente si dipingono an-
cora gl'Angioli, et perché l'anima dà forma al corpo, non si può imagina-
re che sia d'altra figura, se bene sappiamo ella, come si è detto di sopra,
non essere da questi termini materiali circonscritta. Riterrà dunque l'ef-
figie del suo corpo per essere riconosciuta et per accostarsi a quello che
scrivono diversi Poeti, tra gl'altri Virgilio nel 6. quando fa ch'Enea va-
di nell' Inferno e riconosca molti di quelli ch'havea cognitione in questa
vita et il Dante nel cap. 3. dell'Inferno:
Poscia ch'io vi hebbi alcun riconosciuto.
Dicesi anco meglio conoscerla se gli habbia a dare altri segnali della
sua conditione, perché talvolta occorrerà rappresentarla con diversi ac-
cidenti, come per esempio ferita o in gloria o tormentata, etc., et in
tal caso si qualificherà in quella maniera che si conviene allo stato et
conditione sua.
Dipingesi ignuda per essere essa per sua natura sciolta da ogni impedi-
mento corporeo, onde il Petrarca nella canzone Italia Mia, così disse:
Che l'alma ignuda et sola. Et in altra canzone il principio della quale:
Quando il suave mio fido conforto. Seguita e dice: Spirto ignudo etc.
Et nel Trionfo della Morte cap. 1. Ch'è oggi nudo spirto etc.
Li capelli sparsi giù per gl'homeri non solo dimostrano l'infelicità et
miseria dell'anime dannate, ma la perdita del ben della ragione et dello
intelletto, onde Dante nel cap. 3. dell'Inferno così dice:

Noi sem venuti al luogo, ov'io t'ho detto,

Che vedrai le genti dolorose,

Ch'hanno perduto il ben dell'intelletto.

Il colore della carnagione et del velo che la circonda significa la pri-
vatione della luce, et gratia divina. Però disse Dante nel cap. 3., parlan-
do della forma et sito dell'Inferno, che alla porta di quello vi sia scritto:
Lassate ogni speranza, o voi ch'entrate.
Architettura


Architettura.

Donna di matura età con le braccia ignude et con la veste di co-
lor cangiante tenga in una mano l'archipendolo et il compasso con
un squadro, nell'altra tenga una carta, dove sia disegnata la pianta d'un
palazzo con alcuni numeri a torno.
Dice Vitruvio, nel principio dell'opera sua, che l'Architettura è scien-
za, cioè cognitione di varie cognitioni ornata, per mezzo della quale
tutte l'opere delle altre arti si perfettionano
. Et Platone diceva che gli
architetti sono soprastanti a quelli che li esercitano nell'artifitii, tal che è
suo proprio offitio fra l'altri d'insegnare, dimostrare, distinguere, descri-
vere, limitare, giudicare et apprendere l'altre il modo da essa. Però è


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