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Biblia, Dt » Ripa, Cesare Iconologia - p. 363

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


Gli si mette avanti il gallo, nella guisa che habbiamo detto, percioché
questa ultima parte della notte vien detta gallocinio conciosia cosa che,
venendo la notte verso il giorno, i Galli cantano come dice Lucretio:
Explaudentibus alis
Auroram clara consuetus voce vocare.

Et Plinio nel lib. 10 al cap. 21 narra che i galli sono le nostre guardie
notturne prodotti dalla natura per destare gl'huomini all'opere et per
rompere il sonno, essendo che alla quarta vigilia con il canto chiama alla
cura et alle fatiche.
Onde si può dire che il gallo significhi la vigilanza che devono usar gli
huomini, perché è brutto fuor di modo dormendo consumare tutta la
notte et star longamente sepolti nel sonno, ma sì bene rinfrancati che sia-
no gli spirti ritornare alle usate opere che ciò rapresenta questa pittu-
ra con fare il bellissimo ricamo d'oro, overo come habbiamo detto mostri
di studiare come attione più nobile et più degna.
Obedienza. A


Obedienza.

Donna di faccia nobile et modesta, vestita d'habito religioso, ten-
ga con la sinistra mano un Crocefisso et con la destra un giogo, col
motto che dica   Suave.
L'obedienza è di sua natura virtù, perché consiste nel soggiogare i pro-
prii appetiti della volontà degli altri spontaneamente per cagione di be-
ne, il che non si fa di leggiero da chi non sente stimoli della lode et dell'hone-
stà; però si dipinge di faccia nobile, essendo i nobili più amatori dell'honesto
et più amici della ragione, dalla quale deriva principalmente l'obedienza.
Il Crocefisso et l'habito religioso sono segni che per amore della Reli-
gione è commendabile sommamente l'obedienza, et però dicono i contem-
plativi et timorati di Dio che in virtù d'essa si fa facilmente la Divina
bontà condescendere alle preghiere nostre et all'adempimento de' desi-
derii nostri.
Il giogo col motto   Suave è per dimostrare la felicità dell'obedien-
za quando è spontanea, fu impresa di Leone X., mentre era fanciullo, la
qual poi ritenne ancor nel Pontificato, adornandone tutte l'opere di ma-
gnificenza, le quali pur sono molte che fece et dentro et fuori di Roma, ti-
randola dal detto di Christo S. N. che disse Iugum meum suave est, intendendo
dell'obedienza che dovevano haver i suoi seguaci a tutti i suoi legitimi Vi-
carii.
Obedienza. B


Obedienza.

Donna modesta et humile, starà con la testa china et con gl'occhi rivol-
ti al Cielo, donde esca un raggio di splendore, dal qual penda un fre-
no et ella allegramente porga le braccia per prenderlo. Et oltre a ciò gl'Egit-
tii, quando volevano rappresentare l'obedienza, dipingevano un cane con
la testa rivolta verso la schiena, percioché nissun animal si trova più obe-
diente di questo, che lascia ancora di pigliare il cibo, oltre al costume de
gl'altri animali, alla semplice parola del padrone, per udire et obedire al
suo cenno. Però si potrà dipingere in questo proposito et per la dichiara-
tione del corpo tutto basti quel poco che si è detto di sopra.


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