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Augustinus, Aurelius - De civitate Dei » Ripa, Cesare Iconologia - p. 48

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


accendere il fuoco delle discordie et delle ruine di tutti i Regni.
Il tirarsi dietro il giovine che ha le mani giunte ci fa conoscere che
il calunniatore non è altro che lacerare la fama de gl'innocenti.
Gli si dipinge a canto il basalisco, percioché come narra Pierio Vale-
riano nel lib. 14., i Sacerdoti Egitii ponevano questo animale per la ca-
lunnia, perché sì come il basalisco senza mordere è pernitioso all'huomo
co'l sguardo, così il calunniatore, sparlando di nascosto all'orecchie de'
Prencipi et altri, induce fraudolentemente l'accusato che riceva danni,
disagii, tormenti, finalmente la morte, et senz'onde potersi aiutare, non sa-
pendo il torto perché gli vien fatto, come si vede bene spesso avvenire in
molte corti et Herodoto sopra la calunnia nel lib. 7. così dice: Calumnia-
tor iniuriam facit accusato, non praesentem accusans.

Capriccio


Capriccio.

Giovinetto vestito di varii colori, in capo porterà un cappelletto si-
mile al vestimento, sopra il quale vi saranno penne diverse, nella de-
stra mano terrà un mantice et nella sinistra un sperone.
Capricciosi si dimandano quelli che con Idee dall'ordinarie de gl'altri
huomini diverse fanno pendere le proprie attioni, ma con la mobilità dal-
l'una all'altra pur del medesimo genere, et per modo d'Analogia si dicono
capricci le idee che in pittura o in musica o in altro modo si manifesta-
no lontane dal modo ordinario; l'incostanza si dimostra nell'età fanciul-
lesca, la varietà nella diversità de i colori.
Il cappello con le varie penne mostra che principalmente nella fanta-
sia sono poste queste diversità d'attioni non ordinarie.
Lo sperone et il mantice mostrano il capriccioso pronto all'adulare l'
altrui virtù o al pungere i vitii.
Carro della Luna


Carri dei sette pianeti
Carro della Luna.
Come è descritto dal Boccaccio lib. 4. nella Geneologia de gli Dei.


Una donna di verginale aspetto sopra d'un Carro di doi rote tirata
da due cavalli, un bianco et l'altro nero, per mostrare che la Luna
fa i suoi corsi di giorno e di notte; è anco tirato il suo Carro come dice
il sopradetto Boccaccio nel 5. lib., da' cervi, essendo che il camino che fa
la Luna vien fornito più velocemente di tutti gl'altri pianeti, come quel-
la che ha l'orbe minore; et Claudiano et Festo Pompeo dicano che è gui-
dato da muli per esser la Luna sterile et fredda di sua natura, come pa-
rimente è il mulo; et Ausonio Gallo fa guidare il detto Carro da gioven-
chi, credasi che fossero dati quest'animali alla Luna per la simiglianza
che è fra di loro delle corna che per ciò si mettano doi piccioli cornetti
in capo della Luna, come anco per esser quest'animali sacrificati a que-
sta Dea.
Prudentio veste la Luna d'un bianco et sottil velo dicendo:
Di bel lucido velo a noi vestita
Quando succinta spiega le quadrella
È la Vergine figlia di Latona.


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