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Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


Proemio


Proemio
a' lettori


Le Imagini fatte per significare una diversa cosa
da quella che si vede con l'occhio non hanno al-
tra più certa né più universale regola che l'imi-
tazione delle memorie che si trovano ne' Libri, nel-
le Medaglie e ne' Marmi intagliate per industria
de' Latini et Greci o di quei più antichi che fu-
rono inventori di questo artifitio. Però communemente pare che chi
s'affatica fuori di questa imitatione erri o per ignoranza o per trop-
po presumere, le quali due macchie sono molto abhorrite da quelli che
attendono con le proprie fatiche all'acquisto di qualche lode. Per fug-
gire adunque il sospetto di questa colpa ho giudicato buona cosa (ha-
vendo io voluto di tutte queste Imagini fare un fascio maggiore di
quello che si poteva raccorre dall'osservationi delle cose più antiche et
però bisognando fingere molte cose et molte prenderne dalle moderne, di-
chiarando verisimilmente ciascuna) trattare alcune cose intorno al
modo di formare et dichiarare i concetti simbolici nel principio di
quest'opera, la quale forse con troppa diligenza da molti amici si sol-
lecita et si aspetta da chi sono io in principal obligo di contentare. La-
sciando dunque da parte quell'Imagine della quale si serve l'Oratore
et della quale tratta Aristotele nel terzo libro della sua Rettorica, dirò
solo di quella ch'appartiene a' Dipintori, overo a quelli che per mezzo
di colori o d'altra cosa visibile possono rappresentare qualche cosa
differente da essa et ha conformità con l'altra, perché come questa
persuade molte volte per mezzo dell'occhio, così quella per mezzo del-
le parole muove la volontà et perchè questa guarda le metafore delle
cose che stanno fuori dell'huomo et quelle che con esso sono congiunte


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