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Petrarca, Francesco - Triumphi » Ripa, Cesare Iconologia - p. 50

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


Mostra la facella ardente, come apportatrice della luce alli nascen-
ti fanciulli, percioché porge loro aiuto ad uscire dal ventre della
madre.
Mostra ancor il lume che fa alli pastori, i quali amano assai la Luna,
percioché da lei ricevono commodità grande, essendo che la notte guar-
dano i suoi armenti dall'insidie delle fiere.
Oltre ciò s'intende ancora per il lume l'humidità sua che presta favo-
re alle piante che germinano sopra la terra et alle radici di sotto dona
aiuto.
La dipinsero gl'antichi, come habbiamo detto, con l'arco et con la
faretra, perché intendevano la Luna essere arciera de' suoi raggi, li qua-
li sono alle volte nocivi a i mortali et per dimostrare ancora le pontu-
re che sentono le donne nel partorire, essendo questa Dea sopra il parto
delle donne.
Carro di Mercurio


Carro di Mercurio.

Un giovine ignudo con un sol panno ad armacollo, haverà i capegli
d'oro et fra essi vi saranno penne parimente d'oro congiunte insie-
me, overo un cappelletto con due alette cioè una per banda, in mano
porterà il Caduceo et alli piedi i Talari, che così si trova dipinto da i
pittori et descritto in molti libri da' Poeti et in particolare nelle Tras-
formationi
d'Apuleo.
Sarà detta Imagine sopra d'un Carro et vi saranno molti sassi per ac-
cennare il costume de gl'antichi che, quando passavano vicino alle sta-
tue di Mercurio, ciascun li gittava un sasso a i piedi, di maniera che
sempre alli piedi della statua di Mercurio erano molti monti di sassi, e ciò
riferisce Phornuto nel libro della Natura de gli Dei.
Sarà questo carro tirato da due cicogne, ucelli consecrati a Mercurio,
perché quello ucello, ch'è chiamato Ibide, è una spetie di cicogna, la qua-
le nasce in Egitto, come scrive Aristotele nel libro della Natura de gl'Ani-
mali
, dove che Mercurio (secondo che narrano gl'Istorici) regnò, dando
a quei popoli le leggi, et insegnò loro le lettere come scrive Marco Tul-
lio nel 3 libro della Natura de gli Dei, et volse che la prima lettera dell'
alfabeto fosse l'Ibi, sì come dice Plutarco nel libro de Iside et Osiride, et
Ovidio nel 2 libro delle Trasformationi scrive che Mercurio fuggendo
insieme con gli altri Dei l'impeto di Tipheo gigante si converse in una
Cicogna.
Potrebbesi in luogo ancora delle Cicogne dipingere due Galli, per la
convenienza che ha Mercurio, Dio della facondia et del parlare, con la
vigilanza, la quale si dinota con il gallo.
Con il Cadueceo si dice che Mercurio, (secondo i Gentili) suscitasse i
morti, come l'eloquenza suscita le memorie de gl'huomini.
I talari et le penne, mostrano la velocità delle parole, le quali in un trat-
to spariscano, però Homero chiama quasi le parole veloci, alate et c'han le
penne, et chi vuol vedere più diffusamente queste e simili altre ragioni delle


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