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Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Ripa, Cesare Iconologia - p. 145

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]

De le ginocchia il nodo in fuor si stende
E per le secche coscie par gonfiato.
La poppa che a la costa appesa pende
Sembra una palla a vento senza fiato.
Ventre nel ventre suo non si comprende
Ma il loco par che sia già ventre stato
Rasembra in somma l'affamata rabbia
D'ossa un'anotomia che l'anima habbia.

Fatica. A


Fatica.

Donna giovane mal vestita di color verde, in mano terrà un libro a-
perto, stando in atto di leggerlo et a canto vi sarà un vitello o giovenco.
La fatica, secondo il detto di Cicerone nel 2. delle Tuscolane, è una cer-
ta operatione di grand'attione d'animo o di corpo et si rappresenta ve-
stita di verde, perché la speranza la ricopre et la mantiene.
Si dipinge giovane, percioché la gioventù è atta alla fatica più d'o-
gn'altra età dell'huomo. Et Ovidio nel lib. 2. de Arte Amandi, volendo di-
mostrare che nella gioventù si deve durar fatica, così dice:
Dum vires, animique sinunt, tolerate labores
Iam veniet tacito curva Senecta pede.

Col libro si dimostra la fatica della mente che s'apprende principal-
mente per mezzo de gl'occhi, come strada più facile di cognitione in o-
gni proposito all'intelletto. Quella del corpo si rappresenta per lo signi-
ficato del giovenco, conforme al detto d'Ovidio nel lib. 15. delle Meta-
morfosi
, dove dice:
Caede laboriferi credunt gaudere iuvenci.
Fatica. B


Fatica.

Donna robusta et vestita di pelle d'asino, in maniera che la testa del-
l'asino faccia l'acconciatura de' capelli, essendo quest'animale nato
alla fatica et a portare pesi; s'aggiungeranno ancora alla detta acconcia-
tura due ali di Grue et in mano terrà i piedi del medesimo ucello, il qua-
le serve per memoria della fatica, perché è antica opinione che i nervi
dell'ali et de' piedi di Grue, portati adosso, faccino sopportare ogni fatica
agevolmente et senza alcun dispiacere, come avertisce Pierio Valeria-
no al libro 17.
Fatica Estiva


Fatica Estiva.

Una giovane robusta, vestita d'habito succinto e leggiero con le brac-
cia nude, che con la destra mano tenghi una falce da mietere il gra-
no et con la sinistra uno scorreggiato strumento da batter il frumento et
appresso vi sia un bue.
Giovane et robusta si dipinge, per esser in questa età le forze del corpo
più che in altra vigorose et anco più atte alle fatiche, come bene lo dimo-
stra Ovidio lib. 15. Metamorfosi:
Fitque valens iuvenis, neque enim robustior aetas
Ulla, nec uberior, nec quae magis ardeat ulla.

L'habito succinto et leggiero et le braccia nude dimostrano la disposi-
tione et prontezza che si richiede all'operatione, rimovendosi tutti gl'im-
pedimenti, come sono i vestimenti gravi a quelli che in tempo di gran cal-
do devono esercitarsi alla fatica.
La falce et il scorreggiato sono instromenti di opere di molta fatica,


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