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Lucretius Carus, Titus - De rerum natura » Ripa, Cesare Iconologia - p. 146

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


massime che si fanno nella stagione ardentissima dell'estate, nella quale
ogni minima fatica è gravissima, et sopra di ciò ne seviremo del detto
di Virgilio nel 4. della Georgica ove dice:
Aestate laborem experiuntur.
Il bue, essendo posto da molti per simbolo della fatica, farà maggior-
mente nota la nostra figura.
Fato. A


Fato.

Huomo vestito con amplissimo vestimento di panno di lino, starà ri-
guardando nel cielo una stella che risplenda in mezzo a molta lu-
ce, la quale sia terminata da alcune nuvole di tutte le bande, dalle qua-
li cada in giro sino a terra una catena d'oro; così è descritta nell'ottavo
libro dell'Iliade et significa, secondo che riferiscono Macrobio et Lu-
ciano, la cognuntione et il legamento delle cose humane con le divine
et un vincolo dell'humana generatione col sommo fattore suo, il quale,
quando li piace, tira a sé et fa inalzare le nostre menti al più alto cielo,
ove mai altrimente non potremo arrivare al nostro sforzo terreno; però
il divin Platone volse che questa catena fusse la forza dello spirito divi-
no et del suo ardore celeste, dal quale sono bene spesso rapiti gl'animi di
gran valore a segnalate imprese.
Si veste di lino, perché come racconta Piero Valeriano nel libro 40.,
gl'antichi Sacerdoti Egittii ponevano il lino per lo fato, rendendone ra-
gione che come il lino è frutto et parto della luna, così anco sono i mor-
tali, soggetti alle mutationi del cielo. Et questa, come anco la seguente
imagine, habbiamo descritta conforme alla superstitione de' gentili, es-
sendo cosa illecita a noi Christiani credere il fato, come diffusamente in-
segna S. Tomasso contra Gentiles lib. 3. cap. 93.
Fato. B


Fato.

Huomo vestito di panno di lino, per la ragione sopradetta, haverà
in capo una stella, nella man destra il Caduceo di Mercurio, nella
sinistra una conocchia col fuso, ma che il filo sia tronco nel mezzo.
Le raggioni che si assegnano alle dette cose sono queste primieramen-
te, perché il fato si tiene per divolgata opinione de savii della gentilità,
che consiste nella dispositione delle stelle et che tutti i nostri humani af-
fari et importanti negotii trapassino, secondando il moto d'esso, però so-
pra il capo, come dominatrice, si dipinge la stella detta.
Il Caduceo denota la potestà del fato, overo un certo divino spirito o
moto per lo quale non solamente la mente nostra, ma tutte le cose crea-
te, ancora dicevano esser mosse et governate et credevano di più i gen-
tili che fusse un certo vincolo, co 'l quale noi venissimo obligati et ristret-
ti con l'istesso Dio et che con noi la necessità di questo medesimo adunas-
se tutte le cose.
Lo dipingevano con la conocchia et co'l fuso, perché così si mostra
il debolissimo filo de' nostri giorni, attaccato alle potenze del cielo.


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