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Eustathius - Commentarius in Hexaemeron » Ripa, Cesare Iconologia - p. 179

Ripa, Cesare

Iconologia overo Descrittione di diverse Imagini cavate dall'antichità et di propria inventione [1603]


Cielo et Platone disse che si muove la mente de' Poeti per divin furore,
col quale formano molte volte nell'idea imagini di cose sopranaturali, le
quali notate da loro in carte et rilette dipoi a pena sono intese e cono-
sciute, però si dimandano i Poeti presso a Gentili, per antico costume, San-
ti, generatione del Cielo, figliuoli di Giove, interpreti delle Muse et sacer-
doti d'Apollo. Per lo scrivere si mostra ancora che questo furore si gene-
ra col molto essercitio et che la natura non basta se non viene dall'arte
aiutata, però disse Horatio:
Cur ego si nequeo ignoroque poeta salutor.
Accennando l'opera dell'arte col non potere et quella dell'ingegno con
l'ignoranza.
Furto. A


Furto.

Giovane vestito d'habito spedito, con un capuccio in testa et
con le scarpe di feltro, overo di pelle, in una mano, tenendo una
lanterna serrata et nell'altra un grimaldello et una scala di corda, l'ha-
bito sarà pieno di pecchie, così si vede dipinto in molti luoghi.
Le pecchie sopra il vestimento si fanno, forse, perché esse vanno rub-
bando a' fiori da tutte le bande il dolce per congregarlo poi tutto insieme
nella propria casa, overo per accennare una falsa sorte d'api, dimandata
fuco da' Latini, che non fa se non mangiar il mele fatto con la fatica del-
l'altre, come i ladri, che consumano la robba acquistata con sudore et con
le miserie altrui; ne fa mentione Virgilio nel 1 dell' Eneide dicendo:
Aut onera accipiunt venientum aut agmine facto
Ignavum fucos pecus a praesepibus arcent.

Furto. B


Furto.

Giovane pallido, vestito di pelle di lupo, con le braccia et gambe nu-
de et con piedi alati, in mezo d'una notte, nella man sinistra ten-
ga una borsa et nella destra un coltello, con un grimaldello, l'orecchie
saranno simili a quelle del lepre et l'apparenza molto attonita.
Giovane si dipinge il Furto, per notare l'imprudenza et la temerità
che è propria de' giovani et propriissima de' ladri, i quali vedendo ogni
giorno infiniti spettacoli di successi infelici di chi toglie con insidie altrui
la robba, non però s'emendano, per dare alla fine nelle reti o più tosto
ne' lacci.
La pallidezza del volto et l'orecchie del lepre significano il conti-
nuo sospetto et la perpetua paura con la quale vive il ladro, temendo
sempre di non esser scoperto, e però fugge e odia la luce, amico della not-
te, favorevole compagna delle sue dishonorate attioni.
È vestito di pelle di lupo, perché il lupo vive solo de l'altrui robba et di
rapine, come il ladro che per leggierezza di cervello crede con questo me-
desimo pensiero di sovvenire a' suoi bisogni.
Il grimaldello et il coltello non han bisogno di molta esplicatione.
Le braccia et gambe ignude dimostrano la destrezza et l'ali a' pie-
di la velocità, che con grand' industria si procura dal ladro, per timore
de' meritati supplicii.


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