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Galenus, Claudius - De oculis » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 16a

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


lo nano rosso, chiamato da latini Orobanele, abbrac-
ciando quel legume che i latini chiamano eruum, l'a-
mazza. Il fieno greco, et la fava che nasce appresso
alla radice di quello diventa vana, e si muore. e non di-
meno ama nascergli appresso. La lappa è inimica alla
lenticchia. La vena sterile che Latini la chiamano Ae-
gilops, el gioglio, sono inimici al grano, et all'orzo.
Il ce amazza tutte l'altre herbe, e se stesso: e presto
ancho amazza il triolo cece strangula tutte le herbe,
che gli sono da presso: non dimeno il Cetone egli l'amaz-
za sendo più possente lui. i serpenti fuggano l'ombra
dello frassino a tal che circundando un capo di fuoco
da torno a torno, più tosto saltarà nel fuoco, che egli
vada all'ombra del frassino. Le foglie e fiori del Ro-
dodaplene, a tutti gli animali quadrupedi è nocivo e,
pestilentiale, non dimeno giova al'huomo contra il
serpe. L'Eleboro, e la cicuta all'huomo sono pessime, e
non dimeno è cosa manifesta, che le pernici, e li storni
ne mangiano, come afferma Lucretio. La Ferla è gra-
tissima a l'Asino, a mangiare Giomenti, e a gli altri
presentata è veneno: là onde quel animale si sacrifica-
va al Dio Bacco et al quale ancho gli si offeriva la
ferla. Lo scorpione se egli camina sopra l'Aconito,
perde la forza del caminare. Se trova anco un'herba
nominata Corastis, che maneggiando con le mani be-
ne il suo seme, si può ancho senza pericolo alcuno
amazzare con mano lo Scorpione. La Faina non
amazza quelle galline che sotto l'ale hanno un maz-
zo di ruta salvatica. La donnola havendo a combat-


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