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Biblia, Ecl » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 36b

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


non ne getta più, accio che non si putrefaccia, e non
inverminisca, fa levare dall'Arboro una certa lanug-
gine, qual ha da torno, perché nocerebbe assai al'in-
esto. Habbia l'inesto il qual chiamano, Emphyllismo
perché di questa sorte piglia più presto, da poi allar-
ga la scorza, e mette un conio sottile, e gagliardo,
fral legno e la scorza, ma pian piano con la mano leg-
giera, accio che non s'offenda la fascia della scorza, e
messo quivi il conio, mettavisi la marza aguzata bene
di Uva nera fertile, e si leghi: e così la primavera al
tempo chel Ceragio produce il suo frutto, farà ancho
l'Uva per essere forzato, a dar anchor notrimento a
quel tronco inestatovi: l'istesso anchora farai nel
Pero e nel melo. Così ancho i Fichi, li quali vengano
nel Autunno li faremo venire nella primavera, e fac-
ciamo ancho che le viti nel autunno, faccino due volte
il frutto, e così d'ogni tempo habbiamo li frutti co-
me insegna Dydimo. Se il melo lo inestaremo nel
cedro, sendo Arbor fertile, per tutto l'anno n'have-
rai, sì come li cedri, alcuni più presto, et più tardi,
e nel medesimo sarà delle mele, de Cedri. Nota questo
anchora, che tal cosa succede solamente in quel gli
Arbori, li quali sono molto humidi e fertili, ma ne sec-
chi, e poco fecondi non si consequisce il desiderio. So-
no molte cose che giovano a queste.
Come per havere i Frutti, e fiori più maturi.
Piantarai la Rosa, doppo la vendemia la in estarai


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