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Lucretius Carus, Titus - De rerum natura » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 37a

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


e la potarai, e ogni mese senza mettervi tempo in
mezzo haverai Rose fiorite, come ha insegnato Di-
dimo. I Gigli accio che continuamente a questo modo
fiorischino, pianta le Cipolle alcune d'altezza di do-
dici deti, alcune di dieci, alcuni d'otto, o di quattro,
la Cinara anchora piantasi spesso, che spesso darà il
frutto. Li Fichi haveremo primaticci, e più maturi, se
gli darai del Sterco de i Colombi, e li ognarai col
Olio e, col pepe, e giova a questo il tagliar la pelle di
sopra leggiermente, perché putrefacendosi li grani
del fico, si generano certi animaletti, li quali vanno a
mangiare quivi, e col morsicare il frutto gli fanno
aprir la bocca, fanno chel' Sole penetra più facil-
mente drento, sorbendo anchora quel humore, qual
esce fuore, et entrandovi drento l'Aria fanno che si
maturano più presto. O vero bisogna scorticar il
piede del Fico, perché gli escie fuore per quivi uno
humore, talché l'altro più facilmente si cuoce. Mede-
simamente sotterrando alle radici del gli Arbori, cor-
ni di Castrati, seminandovi appresso lascilla, farà
frutti più presto. Il ceragio fa le ceragie inanzi il
tempo, quando gli si mette la Calzina al piede. Ma
l'intelletto humano ha hauto ardire speculare per mo-
do le cose naturali fatta poi l'arte industriosa per via
della sperienza, non sgomentandosi manifestar le più
intime cose, che prende ardire non solamente accele-
rare li effetti ma anchora gli basta l'animo produrre
il petrosello, che infra l'herbe, non si trova il più
tardo e zelente d'esso, percioché il quinquagesimo


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