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Plinius Caecilius Secundus, Gaius - Epistulae » Della Porta, Giovan Battista De i miracoli - p. 40a

Della Porta, Giovan Battista

De i miracoli


callorire, e fa di modo non si vegga il luogo del ta-
glio, ma paia che uno occhio entri nel altro, da quel-
la parte del Arboro che è più netta e si vede più al-
legro, tagliando tutti gli altri rami, accio che non
toglino il notrimento al inesto, ma tutto vada quivi,
apre la scorza et accio chel' ferro non ferisca il
legno, circundala secondo la grandezza del occhio
et accomodala bene che sia una parte diligentemen-
te parreggiata con l'altra lega bene da torno accio
che non gli faccia danno, bisogna anchora da torno
mettervi del loto, fasciandolo con qualche cosa, o cuo-
prendolo, accio che la pioggia non li sbatta via. Così
farà i germolli, che saranno di natura participevole,
d'una e del altra pianta, li quali mai Arbori n'hanno
produtto frutti simili, perché sarà Melopersico, e No-
ce Persico, et haverà colore che representarà l'uno
e l'altro. Similmente li Melingrani da una parte
mostrano dolci e dal'altro agri. Così Diofane inse-
gna a farle Meliperi. Ancho le Mele s'inestano con
i Cotogni, che vengano frutti bellissimi, li quali gli
Ateniesi chiamavano Melimela, come scrive Diofa-
ne. Et mescolati con diverse sorte i Citromeli a Li-
moni, e Meli dolci, con gli agri, e mezzo dolci con
mezzo agri. Li Persichi Rossi, e bianchi sono venuti
per questa strada. E non ce ne debbiamo maraviglia-
re, sendo che ogni vivente, s'accopra con l'altro vi-
vente, et massimamente quelli che convengano nel
istesso genere, si come duo fiumi, che sorgano dall'i-
stesso fonte. Nasce ancho uno Melo per la diligenza


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